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Oggi il “Vecio” Bearzot avrebbe compiuto 92 anni

Giovanni Trapattoni lo aveva denominato il “Garibaldi del Calcio”. Da questa definizione potremo già capire la personalità che abbiamo di fronte; una personalità che è stata in grado di coagulare un quantitativo di singoli in modo da ottenere il massimo in un’impresa sportiva che potremo definire miracolosa. Nemmeno Bearzot stesso avrebbe immaginato di diventare un pilatro cosi importante, partendo quasi in sordina fino a scalare tutte le tappe che lo hanno reso un maestro della tecnica e della motivazione.

Ripercorriamo la grande carriera di una personalità fondamentale del nostro calcio che oggi avrebbe compiuto 92 anni.

BIOGRAFIA

Enzo Bearzot nasce ad Ajello del Friuli nel 1927. La prima esperienza nel mondo del calcio inizia con il Pro Gorizia, poi bussa alla porta la grande occasione della Serie A: pima a Milano con l’Inter, poi Catania e Torino. Bearzot disputa ben 251 gare nella massima serie italiana, mentre con la maglia azzurra della Nazionale prende parte ad una sola partita contro l’Ungheria nel novembre del 1955.

Bearzot al Torino
Bearzot e S.Mazzola

Dopo il ritiro nel 1964, dà il via alla sua avventura in panchina. Inizia come vice di Nereo Rocco al Torino, poi arriva la conferma della panchina in seconda con Giovan Battista Fabbri, sempre nei granata. Successivamente Bearzot arricchisce la sua esperienza alla guida di una squadra allenando il Prato in Serie C.

L’arrivo in Nazionale e il trionfo spagnolo

Bearzot approda nella Federazione Italiana a piccoli passi. Nel 1969 diventa tecnico dell’Italia U-23, ma questa esperienza si rivelerà breve in quanto arriverà subito l’occasione di diventare assistente di un nome storico della panchina tricolore: Ferruccio Valcareggi. Con l’allenatore partecipa ai Mondiali di Messico ’70 (dove l’Italia perse in finale contro il Brasile di Pelè e Carlos Alberto) e Germania ’74. Dopo pochi mesi di distanza dal Campionato del Mondo, diventa commissario tecnico assieme a Fulvio Bernardini (condividerà la panchina fino al 77’).

Nel 1976 arriva la delusione della mancata qualificazione all’Europeo; quest’ultima però viene subito dimenticata dopo un discreto quarto posto al Mondiale argentino del 1978: in questo torneo Bearzot inizia a mostrare il suo specifico modo di allenare e motivare le differenti personalità dello spogliatoio.

Bearzot
Bearzot e Bruno Conti dopo la conquista del titolo mondiale

Il vero miracolo sportivo che porta la firma di Enzo Bearzot inizia il 29 Giugno del 1982, quando all’Estadio de Sarrià di Barcellona batte per 2 a 1 l’Argentina di Diego Armando Maradona, campione del mondo in carica. Il sogno mondiale venne agguantato definitivamente l’11 Luglio, quando Altobelli mise il punto esclamativo su una partita incredibile contro la temibile Germania.

Dopo il Mondiale

Bearzot continua la sua esperienza azzurra: il tecnico friulano non riesce nuovamente a raggiungere la fase finale dei gironi dell’europeo 1984, mentre due anni dopo arriva solo agli Ottavi di finale in Messico.

L’esperienza di Bearzot si conclude con le dimissioni nel 1986, ma gli strascichi dell’impresa di pochi anni prima non furono certamente dimenticati, anzi.

Dopo aver accettato nel 2002 un ruolo alla FIGC di diretto tecnico della Nazionale, si ritira a vita privata. Bearzot muore 8 anni dopo, il 21 Dicembre del 2010, ad 83 anni.