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Pocono Mountains 350: Busch vince con l’auto “zoppa”

Il doubleheader della Pennsylvania si conclude con la Pocono Mountains 350, che regala uno spettacolo diverso rispetto alla corsa del sabato. Meno sorpassi ma più tensione, con un gioco che premia Kyle Busch. Per il due volte iridato arriva la seconda vittoria stagionale, in una gara che non avrebbe dovuto finire, complice un guasto alla frizione che gli impediva di cambiare le marce. Kyle ed il suo team stringono i denti, sfruttando l’ottima velocità e gestendo ottimamente i consumi nel finale. Kyle Larson, partito dal fondo per l’incidente del sabato, termina secondo, davanti a Brad Keselowski, Kevin Harvick ed uno straordinario Bubba Wallace, quinto con il debuttante 23XI. Ryan Blaney, Alex Bowman, Ryan Preece, Tyler Reddick e Joey Logano completano la top ten. Abbiamo 12 cambi di leader e quattro caution, per un totale di 15 giri neutralizzati.

Pocono Mountains 350: come nasce la vittoria di Kyle Busch?

La Toyota numero 18 si dimostra velocissima fin dalle prime battute, ma deve rimontare. Il regolamento prevede che la griglia di partenza sia l’ordine invertito della top 20 della gara del sabato, con il risultato che il due volte iridato parte 19esimo. Ma non ci mette molto a rimontare, e già dopo i primi dieci giri è a ridosso della top ten. Nel frattempo, si consuma una bella battaglia per la Stage 1, con il poleman Chris Buescher che perde il controllo della sua Ford e arretra, dopo una spinta di Michael McDowell. Il vincitore della Daytona 500 prova a resistere agli attacchi di Martin Truex jr, ma senza successo. Sarà l’iridato 2017 a vincere la prima frazione. William Byron viene doppiato all’ultimo giro, dopo aver pittato per la sua strategia. Il giovane alfiere Hendrick riesce a sdoppiarsi proprio all’ultimo, salvando la sua gara. Grazie a questa mossa, Byron vince la Stage 2, e si mette in lizza per un posto in victory lane.

Un finale degno di un thriller

Come sempre, la Stage 3 decide i destini della gara. Kyle Busch sente che qualcosa non va sulla sua Toyota: il suo cambio è bloccato in quarta marcia. Non è un problema da poco, in quanto i rapporti sono molto lunghi, ed effettuare un restart o un pit stop con la marcia finale rischia di far perdere troppo tempo. Dopo aver paventato l’ipotesi del ritiro, il team tenta una riparazione d’emergenza in occasione della caution per la conclusione della Stage 2. Tuttavia, i meccanici non riescono a risolvere il problema, e rimandano in pista la Toyota con la trasmissione zoppicante. Si scoprirà in seguito che il guasto è nella frizione, e non nel cambio.

La sosta imprevista consente a Kyle Busch di rifornire. Si tratta di un particolare importante, perché gli ultimi 40 giri sono tutti di bandiera verde, ed il consumo di carburante diventa vitale. Al termine della Stage 2, Byron resta in pista mentre mezzo schieramento rientra. Alcuni di questi, tra cui lo stesso Byron, approfitteranno dell’ultima caution di giornata, quella del giro 94, per rientrare. Ad eccezione di Keselowski e Harvick, che sono in testa ma sono sotto di ben 11 giri con il carburante. Ma sono tutti sulla stessa barca, perché nessuno ha rispettato la “pit window” ed i migliori sono sotto di 1-3 giri. E infatti, è un fioccare di “save fuel” messaggiato via radio! Harvick cede prima, pittando al giro 113 e perdendo la sua chance. Brad va lungo ma al giro 133 deve fermarsi a sua volta. Byron è davanti a tutti, mentre dietro si consuma la battaglia tra Busch, Hamlin e Larson per stare davanti (o far rimanere a secco l’altro). Alla fine William cede, e rabbocca al penultimo giro, assieme ad Hamlin. Rimane Busch, che dopo aver distanziato Larson, taglia il traguardo in solitaria. Signori, il miracolo è servito.


Classifica di gara