Il numero uno dello sport italiano ha detto la sua in merito a vari argomenti di attualità sportiva in diretta al programma “Tutti convocati”
Il presidente del CONI Giovanni Malagò è intervenuto ai microfoni di Radio 24 in merito all’emergenza coronavirus che sta colpendo anche il mondo sportivo, soffermandosi su vari temi a partire da quello economico:
«Magari levare il 30% a un giocatore che guadagna 10 mln netti è un conto, levarli a un professionista di Serie B o Lega Pro è una cosa diversa. Credo sia giusto che chi ha maggiori possibilità cerchi di aiutare, sta già accadendo in certi paesi, in certe federazioni e in certi sport. Paura che il nostro campionato perda ancora di valore No, ci sono tanti discorsi aperti. C’è la richiesta di riaprire alle dinamiche del betting. C’è un discorso per rivedere elementi che in passato non stati facilitatori per la realizzazione degli stadi. C’è un discorso di sgravi fiscali, ritenute d’acconto su valorizzazione vivai…da queste cose può nascere un elemento di valore aggiuntivo che prima non c’era. Se oggi rischi di perdere ‘Mario Rossi’…ma dove va oggi? Prima noi rispetto ad alcuni club e spagnoli eravamo meno competitivi, oggi forse abbiamo possibilità di livellarci con club stranieri, non ripetendo vecchi errori però. Calcio in estate? Non lo so, dipende da Uefa e Fifa. Bach ha detto una cosa chiarissima: nessuno escluso, da adesso tutti devono fare sacrifici e compromessi, bisogna entrare in questo ordine di idee. Se ognuno rimane aggrappato al suo orticello la situazione non la trovi».
Malagò commenta poi la decisione da parte della Federubgy di chiudere la stagione in anticipo, e parla anche della questione Olimpiadi di Tokyo 2020:
«Il rugby che chiude la stagione? E’ una scelta opinabile, discutibile, ma è chiaro che non hanno voluto aspettare. Non sono contrario alla decisione della federazione, non condivido il timing. Non hanno voluto aspettare una data condivisa. Se è vero che le federazioni hanno l’onere e l’onore di organizzarsi in autonomia, è anche vero che ci sono ordinanze e non puoi dare garanzie di sicurezze. Si arriverà a quello che ha detto il rugby, probabilmente anche in altri sport, non so se in tutti, alcuni sono in grado di stiracchiare la stagione e trovare la quadra. Ogni cosa devi guardarla nella sua specificità, non puoi generalizzare tutto».
Infine fa il punto sulla preparazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026:
«Non sono preoccupato per Milano-Cortina. L’organigramma va avanti. C’è un beffardo segno del destino che proprio le regioni olimpiche Lombardia e Veneto siano così colpite. E’ chiaro che in questo momento ci sono delle difficoltà, ma non mi sento di dire che questo implichi sull’organizzazione dei Giochi. Ricordiamo che noi abbiamo vinto anche perché il 90% delle strutture è già realizzato e menomale che è stato così, abbiamo tutto in casa e sappiamo benissimo cosa fare. Sappiamo benissimo cosa fare. Magari qualche opera che non era prevista a dossier, ma che sarebbe stato bello fare per dare i migliori servizi aggiuntivi non so se verrà realizzata, ma perché questo dipende dallo Stato, io parlo del mondo dello sport. Però c’è anche un lato positivo. Pensate: Roma si candida, ha tutti i requisiti per andare a dama e a corsa lanciatissima il nuovo sindaco ferma questa corsa. Così parte la corsa per l’Olimpiade invernale con Milano e Cortina, noi 9 mesi fa vinciamo contro la Svezia. Pensate se non trovavamo la finestra in quel momento…oggi ci saremmo dovuti non dico ritirare, sarebbe stato un argomento passato in cavalleria».