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Raiola-Bonansea: i procuratori sbarcano nel calcio femminile

In quale squadra giocherà la prossima stagione Barbara Bonansea? A questa domanda vorrebbero avere una risposta tutti gli appassionati di calcio femminile ed in particolare i tifosi della Juventus Women. L’attaccante bianconera ha il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno e fino ad ora non ci sono stai rumors su un eventuale rinnovo, come invece già successo per alcune sue compagne di squadra. Tra loro, calciatrici fondamentali nella rosa della Juventus come Cristiana Girelli, Martina Rosucci, Lisa Boattin, Aurora Galli e Cecilia Salvai.

In più, le voci che si sono sollevate sull’entrata dell’attaccante bianconera nella scuderia di Mino Raiola hanno legittimato il sospetto di un cambio di casacca. In effetti da qualche giorno si vociferava di qualche interessamento dall’estero e l’arrivo del nome di Raiola porta prepotentemente all’Olympique Lione. Ma a Torino, lato dirigenza, sembrano non avere intenzione di affrettare i tempi per la firma, forse anche per capire ed eventualmente non ostacolare un cambio di casacca.

Barbara Bonansea compirà 30 anni il 13 giugno, è alla Juventus dal 2017 e probabilmente ritiene che possa essere questo il momento giusto per far una nuova esperienza di vita ed un passaggio importante per la sua carriera. D’altra parte, parlando in termini economici, il suo ingaggio è tra i più elevati all’interno della squadra torinese e un passaggio in un altro club italiano potrebbe non essere così semplice.

Con Raiola cosa cambia?

L’accostamento al nome di Bonansea di Mino Raiola, solleva però un’altra curiosità. Si tratta del primo caso di un agente nel calcio femminile, quasi a ridosso dell’arrivo dello status di professionismo annunciato per la prossima stagione. Ci si chiede quindi se e come questo fatto potrà essere apripista per alcuni cambiamenti a partire da quello degli ingaggi. In proposito, AdnKronos ha raccolto il pensiero di Alessandro Orlandi, Fondatore & Ceo di Studio Assist & Partners, una società che si occupa di assistere calciatori e calciatrici a tutto tondo, non solo nella questione delle procure.

Cosa pensano gli addetti ai lavori?

Quando siamo entrati nel calcio femminile nel 2015 – ha dichiarato – lo abbiamo fatto come azienda di servizi e la nostra attività è a 360° a differenza di quella che può essere quella di procuratori come Mino Raiola. Il fine unico nostro non è il trasferimento dell’atleta perché in Italia sono ancora dilettanti. Noi siamo entrati con altre finalità come eventi, iniziative marketing, diritti di immagine delle ragazze. Certo se entra nel calcio femminile un soggetto importante come Raiola è un segnale molto chiaro dello sviluppo e delle prospettive, ma basta vedere i piani di sviluppo sul calcio femminile della Fifa, della Uefa e della Figc che sono tutti quadriennali fino a decennali con tanti investimenti. L’Italia diventa professionista tra un anno, la Spagna tra qualche mese, c’è grande sviluppo e ci si apre ad un mercato internazionale

Certo – prosegue – la concorrenza è bene accetta purché sia leale, purtroppo non lo è sempre. Se leale produce un miglioramento, se è sleale o sregolata non è bene accetta. Già capita in parecchi casi dove tanti soggetti sfruttano la disinformazione per portare avanti attività non simpatiche“.

Il timore diffuso è che si possano innescare meccanismi, già consolidati in campo maschile, come gli scontri tra grandi manager che portano a stipule o rescissioni di contratti con penali per acquisizioni al miglior offerente. A vantaggio economico, è vero, delle calciatrici ma con il rischio di far lievitare anche le commissioni degli agenti con la conseguenza dell’ingresso di grandi agenzie che potrebbero contribuire a questo aumento, non sostenibile da tutte le squadre con evidenti negative conseguenze.

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