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Se anche la RAI confonde il calcio femminile con quello maschile…

Senza sollevare alcun dubbio sulla professionalità e sull’attenzione che la Rai ha avuto e sta avendo per questa nuova “stagione” del calcio femminile e essendo assolutamente consapevoli che solo “chi non fa, non sbaglia”, ci è venuta spontanea una riflessione scorgendo una svista sul sito ufficiale di raisport.it.

Quante volte abbiamo sentito parlare di parità, di diritti, di professionismo. Quante volte le calciatrici hanno cercato di raccontare il loro calcio, le loro paure, i loro desideri per il futuro, il loro voler essere definitivamente considerate atlete professioniste. E non parliamo solo dell’Italia. Parliamo di un movimento che coinvolge tutti gli stati, tutte le nazionali. A partire dalle campionesse del mondo degli Stati Uniti d’America, per passare a nazionali europee ed extraeuropee.

La battaglia culturale

E’ una battaglia che passa attraverso molteplici e diversi aspetti, non solo quelli normativi ma anche quelli culturali, sociali e comunicativi. Ecco, preoccuparsi di scegliere la foto giusta o perlomeno non prestare troppa attenzione se la foto è giusta, nel caso che ha attirato la nostra attenzione, potrebbe essere collegato ad una dimensione culturale che vede il calcio quasi esclusivamente come roba da maschi, con una sola nazionale. E non che manchino negli archivi della Rai, immaginiamo, foto della nazionale di calcio femminile. Eppure a qualcuno è venuto in mente che per indicare la partita delle azzurre di martedì 13 aprile nel palinsesto del canale, sarebbe andata bene anche una foto della nazionale di calcio maschile.

Anche di recente importanti testimonianze di cosa sia e cosa rappresenti il calcio femminile sono andate in onda sulle reti ammiraglie. Il palco di Sanremo, ad esempio, dove lo scorso anno abbiamo ammirato Cristiana Capotondi nella veste di vicepresidente della Lega Pro e calciatrice. Quest’anno i riflettori dello stesso luogo sono stati puntati su Cristiana Girelli, attaccante della Juventus e della Nazionale allenata da Milena Bertolini. Una nazionale che nel 2019 ha guadagnato il grande pubblico forse anche grazie alla mancata qualificazione della squadra maschile. Un pubblico che ha imparato a conoscere nomi e volti e ad appassionarsi a questo calcio di cui spesso si diceva essere di un livello e di una qualità minore.

L’innovazione nel calcio femminile

Chi segue il calcio femminile sa che non è proprio così, che la passione e la professionalità che le calciatrici mettono nel loro “mestiere” produce un calcio non solo piacevole da guardare ma anche di eccellente livello. Senza dubbio l’ingresso di club maschili che hanno allestito anche la squadra femminile ha portato un nuovo tipo di organizzazione e nuove possibilità per gli allenamenti con l’utilizzo di strumentazioni innovative.

Insomma il calcio femminile non è più estraneo nè all’ambiente nè al circo mediatico, è una realtà che sta crescendo ed è in piena espansione. Sono molte anche le testate specializzate che si occupano di veicolare notizie ad un sempre più vasto pubblico. Ma ciò che appare ancora troppo presente è il retaggio di anni e anni di egemonia maschile che porta a non essere attenti nel considerare idonea una foto piuttosto che un’altra. Ma si sa… il diavolo è nei dettagli!

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