Oggi 6 Febbraio 2021 alle ore 15:15 nello Stadio Olimpico di Roma inizierà il torneo di Rugby Sei Nazioni e l’Italia si sta preparando al meglio. Ma la squadra lotta tra la necessità di maturare e l’obbligo di vincere per poterlo fare. Si trova in una fase di stallo, che deve superare per progredire. La sfida con la Francia è difficile da gestire ma non impossibile. Si dovrà usare lucidità e intelligenza per portare a casa il risultato. Vietato sbagliare per compromettere tutto il percorso. Comincia il viaggio Sei Nazioni-Italia.
Rugby Six Nations: oggi in scena Inghilterra-Scozia
Sei Nazioni-Italia: un 2020 da incubo?
Il 2020 è stato il primo anno di Franco Smith alla guida della Selezione azzurra. Dodici mesi che hanno dato un primo chiaro spaccato della nuova Italia, a caccia di un DNA ben identificabile basato su tre punti definiti: imprevedibilità, etica del lavoro ed impatto fisico. Un percorso lungo, e faticoso che l’ex Cheetahs ha intrapreso con un parco di giocatori molto diverso tra scelte forzate dagli infortuni ed altre invece dettate solamente dalla sua volontà rispetto a quello visto all’opera nel Mondiale 2019. Un “nuovo gruppo” chiamato ad affrontare a partire da oggi pomeriggio contro la Francia un Sei Nazioni che si preannuncia complesso al cospetto di un continente che continua a correre a ritmi elevati e costanti.
Sei Nazioni-Italia: quali sono i convocati?
Si tratta di un gruppo piuttosto giovane nel complesso (età media sotto i 25 anni, i più “anziani” sono capitan Luca Bigi, Guglielmo Palazzani e Marco Fuser presente nel gruppo allargato classe ’91), rinfrescato e rinvigorito in diversi ruoli con ragazzi nati a ridosso del (o già nel) nuovo millennio soprattutto in mediana dove Paolo Garbisi classe ’00 e Stephen Varney classe ’01 attesissimi nel torneo, si sono guadagnati il primo posto nelle attuali gerarchie, ma al tempo stesso inesperti per quanto concerne il proscenio internazionale.
Sei Nazioni-Italia: le assenze e i nuovi arrivi
Matteo Minozzi è una delle stelle che ha rinunciato alla partecipazione perché “stanco fisicamente e mentalmente, un po’ troppo per vivere altri due mesi in una bolla”. Prima volta in lista Sei Nazioni per Ignacio Brex, centro classe ’92 sul cui possibile utilizzo azzurro è arrivato l’ok di World Rugby nelle scorse settimane. Poi ci sarà Marco Manfredi talentuoso tallonatore delle Zebre classe ’97 già nel giro lo scorso gennaio, ma fermato da problemi al ginocchio.
Ci sarà anche Daniele Rimpelli pilone sinistro classe ’97 delle Zebre che lentamente ma inesorabilmente è salito di colpi negli ultimi 12 mesi. Infine ci sarà Riccardo Favretto seconda linea classe ’01 del Benetton che anche se ancora ha pochissima esperienza a certi livelli nelle apparizioni con la maglia dei leoni ha mostrato lampi di talento, nel suo ruolo ed anche all’occorrenza da numero 8. Sarà la prima volta al Sei Nazioni anche per Monty Ioane che ha debuttato nell’ultima gara dell’ANC forte ala australiana del Benetton equiparata dopo 3 anni a Treviso.
Come arriva l’Italia alla sfida?
“Vogliamo toglierci la scimmia della prima vittoria dalle spalle” ha dichiarato Franco Smith parlando dei suoi azzurri che se da un lato hanno diritto e per certi versi pure necessità di sbagliare, e di imparare dai loro errori sul proscenio internazionale per crescere ed arrivare a competere per i singoli successi di “tappa” ogni weekend dall’altro avrebbero un grande bisogno di levarsi di dosso il pensiero delle sconfitte consecutive nel torneo, dove la vittoria manca dal 2015 in Scozia. Evadere questa doppia esigenza con equilibrio e successo rappresenterebbe il non plus ultra per Smith che ha dimostrato di avere in ogni caso le idee piuttosto chiare su come gestire la situazione ed il suo gruppo è conscio ad ogni modo di dover affrontare due mesi di battaglie non semplici.
Cosa bisogna aspettarci da questa squadra azzurra?
A distanza di soli pochi mesi dell’Autumn Nations Cup con un gruppo nei singoli ancor più inesperto anche se con un gruzzoletto di partite internazionali sul groppone in più per diversi ragazzi nati nel nuovo millennio le aspettative azzurre nel torneo sono solo bloccate temporalmente e non concettualmente rispetto a due mesi fa: non è ancora il tempo adatto per raccogliere i frutti dell’intrigante percorso di crescita impostato da Franco Smith.
Quattro delle cinque partite in programma a partire da quella di domani contro la Francia se si ragiona in meri termini di risultato rappresentano ostacoli troppo elevati per poter pensare di alzare l’asticella al primo tentativo. Ma è legittimo attendersi miglioramenti su tutti i fronti del gioco che portino la Nazionale Italiana a giocarsela concretamente per 80 minuti con la speranza per niente campata per aria di tornare al successo dopo sei anni quantomeno contro il Galles in casa.
Sei Nazioni-Italia: quale è stato il percorso nella stagione precedente?
Il primo torneo azzurro con Franco Smith alla guida si è chiuso con cinque sconfitte. L’esordio di fatto a pochissime settimane ed allenamenti dall’insediamento del tecnico sudafricano al Principality Stadium di Cardiff è stata complessa gestione con i dragoni che hanno messo a posto la pratica nei primi 20 minuti e poi hanno archiviato con un largo 42-0 finale la partita. Le cose sono andate meglio allo Stade de France, una settimana dopo contro la Francia con l’Italia che seppur sconfitta 35-22 ha mostrato capacità di reazione dopo un inizio duro.
Poi riuscendo però a mettere in atto con efficacia per la prima volta anche alcuni principi del gioco di Smith soprattutto in attacco. Prima della pausa forzata, poi, arrivò l’amaro 0-17 casalingo con la Scozia al termine di una partita frustrante. Infine ad ottobre la competizione si concluse con le impervie sfide ad Irlanda (50-17 in trasferta, segnato dall’esordio con meta di Paolo Garbisi) ed Inghilterra (5-34 in casa, con gli inglesi che vinsero il titolo).
Pagina Twitter Sei Nazioni: https://twitter.com/SeiNazioniRugby?ref_src=twsrc%5Egoogle%7Ctwcamp%5Eserp%7Ctwgr%5Eauthor