Continua la trasferta della Formula Uno nelle Americhe. Dopo gli USA di Austin, il circus affronta la sfida tecnica del GP del Messico, sullo storico Autodromo Hermanos Rodriguez. Il tracciato è situato ad alta quota, ben 2285 m sul livello del mare. Questo comporta un approccio particolare, che rende questa pista molto diversa dalle altre. In questo articolo, approfondiremo l’argomento.
Tecnica GP: in Messico conta l’aria?
Essere a 2285 m di quota significa dover tenere conto dell’aria rarefatta. L’aria serve a generare carico sulle ali, ed a far respirare il motore per ottenere potenza e raffreddamento. Correre in pianura significa essere nelle condizioni ideali, ma man mano che si sale la musica cambia. In Messico, l’aria è meno densa del 25%, il che si traduce in analoghe riduzioni della potenza dei motori, e del carico aerodinamico. Il fenomeno influisce anche sulla resistenza all’avanzamento e sul raffreddamento dei propulsori, la cui capacità è ridotta alla stessa maniera. Le conseguenze sono bizzarre: l’Hermanos Rodriguez richiede un assetto aerodinamico identico a Montecarlo, il circuito più lento di tutti, ma le velocità di punta superano i 350 Km/h, valore maggiore che a Monza. Per recuperare parte del carico perduto i team devono assettare le ali con la maggiore incidenza possibile, ma la loro resistenza è comunque ridotta. La mancanza di potenza conta relativamente (stanno tutti sulla stessa barca, e quindi i valori in campo non cambiano), ma il raffreddamento è un problema. E questo non vale solo per il motore, ma anche per i freni. La pista ha due importanti staccate, in corrispondenza dei due rettilinei più lunghi. L’altitudine è una sfida anche per i piloti, maggiormente impegnati fisicamente. Un trucco comune tra i drivers è quello di trascorrere qualche giorno in una località di montagna, in modo da adattare il proprio fisico alle condizioni che si troveranno ad affrontare in gara. Una variabile che invece mancherà sarà la pioggia: le previsioni hanno escluso possibilità di precipitazioni nel fine settimana. Meglio così!
Il GP del Messico secondo Pirelli