Toyota ha corso la 24 ore del Fuji con una Corolla H2 denominata Concept. Detta così sembra una banalità, ma questa vetturetta dall’aspetto anonimo è tutt’altro che banale. Sotto il cofano nasconde una novità che sa di futuro: un motore alimentato ad idrogeno! E non parliamo del classico fuel cell che propongono altre case. Parliamo di una soluzione più tradizionale, romantica se vogliamo, ma a cui la casa nipponica crede molto. A guidare questo veicolo sperimentale c’era kamui Kobayashi, ex di F1 e ufficiale Toyota nel mondiale Endurance. Al fianco del “Koba” hanno guidato la Corolla anche Hiroaki Ishiura, Takuto Iguchi e Takamitsu Matsui, provenienti dal SuperGT, più lo specialista del Super Taikyu Masahiro Sasaki. A questi cinque si aggiunge un sesto pilota di nome “Morizo”, che altri non è che il presidente della casa nipponica, Akio Toyoda! La vettura ha concluso la gara, a 42 giri di distacco dalla Nissan GT-R vincitrice.
Toyota Corolla H2 Concept: com’è fatto il motore a idrogeno?
Aprendo il cofano della Corolla da corsa si nota la prima differenza. Ossia, non c’è alcuna differenza rispetto ad un’auto a benzina! Infatti, Toyota non ha optato per un motore elettrico alimentato da celle a combustibile, bensì per un più ordinario motore a pistoni. Per la precisione, si tratta di un tre cilindri da 1.6 litri turbo, derivato dalla Yaris GR. La casa non ha dichiarato le specifiche di potenza, ma considerando la base di partenza, non va di certo piano. E fa anche un bel rumore, cosa che potrebbe aiutare a rendere più dolce l’inevitabile conversione ecologica…dal punto di vista tecnico, il motore non ha subito modifiche sostanziali, se non un adattamento al nuovo carburante. Assieme all’idrogeno viene bruciato un filo d’olio, un po’ come facevano le Power Unit di F1 prima che la FIA lo vietasse. La modifica più invasiva riguarda lo stoccaggio dell’idrogeno nella vettura, che avviene attraverso dei contenitori specifici. Il sistema aggiunge 200 Kg al veicolo, non pochi per un’auto da corsa. Il rifornimento avviene attraverso una stazione specifica che la casa ha allestito fuori dai box del circuito. In gara la Corolla ha eseguito 35 soste, per un totale di 4 ore di refueling.
Le ragioni del progetto
“L’obiettivo è quello di diventare carbon neutral“, ha commentato Toyoda alla fine della gara. “Da quando abbiamo fatto tale dichiarazione, io, in qualità di presidente della Japan Automobile Manufacturers Association (l’associazione delle case giapponesi, ndr) ho chiesto al governo di fare le mosse giuste e di aumentare il numero di opzioni a impatto zero. Il motivo è che, se tutte le auto fossero elettriche, il Giappone perderebbe un milione di posti di lavoro. Credo che abbiamo l’opportunità di mostrare queste alternative nel motorsport. Voglio dire al mondo che esiste anche questa opzione per diventare carbon neutral“. Della validità del progetto ha parlato anche Koji Sato, presidente di Kazoo Racing: “Quel che rende l’idrogeno così speciale è la sua velocità di combustione“, ha detto, “otto volte superiore alla benzina. Questo vuol dire una risposta rapida a bassi regimi ed una coppia disponibile quasi immediatamente. E questo li rende molto validi“. Grazie Toyota, per aver dimostrato che il futuro non è (solo) elettrico.
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