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Us Open, Koolhof rivela: “Se moriamo sarà colpa nostra”

Dopo il rumore provocato dai forfait di Rafa Nadal e Ashleigh Barty(numero 1. del ranking femminile), un’altra bufera si abbatte sugli Us Open. Il tennista olandese, Wesley Koolhof, ha pubblicato sul suo profilo Twitter uno stralcio del documento che gli organizzatori del torneo intendono far firmare a tutti i partecipanti.

US Open, anche Zverev in dubbio

Cosa dice il documento

Nel testo si chiede a tutti i giocatori di sottoscrivere una dichiarazione di consapevolezza rischi legati alla partecipazione al torneo a causa del Covid-19, proprio mentre negli Stati Uniti la curva dei contagi è in continua risalita con circa 1.000 decessi al giorno in una settimana. I pericoli, a cui si fa riferimento, comprendono: problemi respiratori, morte, trasmissione del Covid-19 a familiari, ed altre persone. Inoltre i partecipanti dovranno tener presente che, pur rispettando i protocolli di sicurezza, non saranno immuni dal rischio di contrarre il virus malgrado il distanziamento sociale. Entrare nell’impianto nelle auto di servizio del trasporto e negli hotel scelti dal torneo può costituire “un pericolo per la mia salute e per le persone con cui potrei entrare in contatto”.

Ma soprattutto chi firma rinuncia a far causa a chiunque sia coinvolto nell’organizzazione sia di questo evento che del Torneo di Cincinnati, previsto una settimana più tardi nello stesso impianto. E in caso di morte lo scarico di responsabilità vale per sempre .

Ad ogni modo le proteste non sono destinate a fermarsi qui. I tennisti si sono lamentati anche per l’obbligo, in caso di presenza negli Stati Uniti, a una quarantena di 14 giorni una volta rientrati in Europa, il che rischierebbe di compromettere la preparazione per il Roland Garros, previsto a due settimane dalla fine del torneo americano. Di sicuro, mai come questa edizione, per molti tennisti, gli Us Open 2020 saranno molto meno importanti