Zak Brown continua la sua battaglia personale contro la federazione della Formula Uno. Questa volta il manager statunitense ha parlato dei team satellite presenti nel circus.
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Brown: i team “B” danneggiano la competizione?
Il CEO della McLaren, Zak Brown ne ha per tutti. Dopo aver parlato del finale di stagione ad Abu Dhabi e delle gare sprint, il manager statunitense si è soffermato sulla presenza dei team “B” nel mondo della Formula Uno. Questo tipo di scuderie sono infatti sempre più presenti all’interno della federazione. Red Bull può contare su Alpha Tauri mentre la Ferrari fornisce regolarmente motore e anche piloti ad Alfa Romeo e Haas. Discorso diverso per Mercedes che può contare su Williams e proprio McLaren come team clienti. Tramite il sito ufficiale della scuderia britannica, Brown ha parlato così in merito alla questione. Queste le sue parole: “La F1 deve essere composta da 10 veri costruttori. Ogni squadra, oltre a condividere la PU e potenzialmente gli interni del cambio, deve progettare e produrre tutte le parti rilevanti per le prestazioni. In questo momento, c’è troppa diversità nei modelli di business tra i team. Di conseguenza, cercare di applicare la stessa serie di complesse normative a ciascuno, e quindi controllarli in modo efficace, è inutilmente complicato e compromesso. Questo ambiente con un limite di costi dovrebbe consentire ai team di diventare entità più riconoscibili all’interno di un budget realistico, senza preoccuparsi di differenze di prestazioni significative in base a quanto ogni team può spendere. In poche parole, la situazione attuale consente alle squadre B di essere ipercompetitive rispetto ai costruttori e alle squadre A di essere eccessivamente competitive avendo il vantaggio di una squadra B. Per come stanno le cose significa che qualsiasi squadra con aspirazioni al campionato deve avere una squadra B e che semplicemente non è la Formula 1“.
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