Mentre il calcio italiano s’interroga su quando tornare in campo vista l’emergenza Coronavirus, l’allenatore del Cagliari, Walter Zenga, in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, dice la sua sulla possibile ripresa:
“Dal 7 marzo non ho più sentito un giocatore, li ho lasciati in pace con le loro famiglie: ce le hanno tutte qui: l’unico senza sono io. Sto facendo corsi di leadership online, su Whyscout ho studiato i profili tecnici e personali dei giocatori. Ho uno svantaggio rispetto agli altri allenatori: sono appena arrivato: devo ridurre velocemente questo gap. Ma non sapere quando tutto questo mi servirà è dura: preferirei che a fino a fine maggio non se ne parla”.
Su una possibile ripresa, sottolinea: “Normalmente una squadra può tornare a giocare dopo 30-40 giorni. Ma stavolta senza amichevoli. Quando e se torneremo a giocare, non c’entrera’ più nulla la classifica e chi era ognuno di noi: solo quello che saremo diventati. Mancheranno 13 partite: un mini campionato dove può succedere di tutto”
Conclude parlando della possibilità di playoff e playout:”Io oggi penso che non vorrei più vedere bare portate via da militari, di fabbriche chiuse o di gente senza lavoro. Se il calcio riprende, vuol.dire che riprende un po’ di vita e allora accetteremo ciò che sarà. Nel caso la vedo dura finire entro giugno, più facile sforare a luglio. Chissenefrega delle vacanze. Se serve, giochiamo anche a Ferragosto“.