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24 ore di Le Mans 2022: Toyota fa cinquina

La 24 ore di Le Mans edizione 2022, la 99esima della sua storia, è un’apoteosi per la Toyota. La casa giapponese domina dall’inizio alla fine, mettendo la firma sul quinto successo consecutivo. Sebastien Buemi, Brendon Hartley ed il debuttante Ryo Hirakawa conquistano quella che l’ex boss Audi Wolfgang Ullrich definiva “la corsa più importante del mondo”, battendo la vettura gemella di Josè Maria Lopez, Mike Conway e Kamui Kobayashi. Jota Sport domina la classe LMP2, mentre la Porsche chiude il ciclo della GTE Pro con il successo di categoria, grazie anche al nostro Gianmaria Bruni.


Le Mans 24h: è battaglia vera per la Hyperpole


24 ore di Le Mans: come va l’edizione 2022?

La classe Hypercar, che comanda l’assoluta, vive di pochi momenti. Le due Toyota fanno ritmo fin dal via, scambiandosi più volte le posizioni in corso d’opera. Il vero colpo di scena è nella mattina di domenica, quando un improvviso blackout rende inservibile il sistema ibrido della numero 7, quella del trio Lopez/Conway/Kobayashi. Questo fa si che la numero 8 di Buemi/Hartley/Hirakawa accumuli un gran vantaggio, oltre un giro, mettendo in cassaforte il risultato che conta. La lotta vera è per il terzo posto, tra Alpine e Glickenhaus. È la scuderia americana a prevalere, anche se non mancano i sussulti. Nel corso della settima ora, la vettura 708 di Olivier Pla, Romain Dumas e Pipo Derani fora al Tertre Rouge, con il francese che impatta le barriere e danneggia la sospensione. Qualche ora prima, l’Alpine di Nicolas Lapierre, Andre Negrao e Mathieu Vaxiviere deve rientrare ai box per un problema alla frizione, perdendo ben 17 giri! Il terzo posto se l’aggiudica la seconda Glickenhaus, la 709, con Richard Westbrook, Franck Mailleux e l’ex IndyCar Ryan Briscoe.

La LMP2? Un Jota da ragazzi!

Nella LMP2 domina la Jota Sport, che può contare sui velocissimi Antonio Felix Da Costa, Roberto Gonzalez e Will Stevens. La vera minaccia, se così si può dire, viene dalla Prema, la cui Oreca bazzica spesso e volentieri nella prima posizione. Al termine, la vettura di Robert Kubica, Louis Deletraz ed il debuttante Lorenzo Colombo deve accontentarsi della piazza d’onore. WRT, vincitrice lo scorso anno, è vittima degli eventi: già alla prima ora, René Rast sperona la United Autosports numero 22 e si becca un minuto di stop&go, non recuperando mai del tutto il terreno perso. Una penalità costa il podio anche al Team Penske, forte di un equipaggio top con l’ex di F1 Felipe Nasr, Dane Cameron e l’inossidabile Emmanuel Collard. Fatale per il team di Capitain Roger un drive through e altri piccoli problemi. Alla fine sono quinti. Sebastien Ogier conclude la sua prima Le Mans all’ottavo posto di classe, al termine di turni di guida veloci e senza sbavature. Il suo team Richard Mille svolge un ottimo lavoro, con Charles Milesi e la francesina Lilou Wadoux, alla sua prima 24 ore come Seb. L’Algarve Pro Racing si aggiudica la LMP2 Pro Am, con Steven Thomas, James Allen e Rene Binder.

24 ore di Le Mans: 2022 canto del cigno della GTE Pro

Con la 24 ore di Le Mans 2022 la GTE Pro è ai saluti, in quanto il prossimo anno proseguirà solo la GTE Am. L’anno dopo ancora sarà la volta della GT3, ma di questo ne parleremo un’altra volta. Quello di cui vogliamo parlare qui è l’incredibile gara della Pro, in cui i colpi di scena si susseguono. Si comincia con le due Corvette, che il sabato pomeriggio dominano in parata. Poi, al calar della sera, la catastrofe. Comincia la numero 63, che alla quinta ora distrugge uno pneumatico posteriore con sospensione affina. Antonio Garcia, in quel momento al volante, perde più di un giro a riportarla ai box, ma la riparazione richiede troppo tempo. Lo spagnolo, Tommy Milner e Nick Catsburg sono out. L’altra Corvette, la 64 di Jordan Taylor, Nick Tandy e Alexander Sims, prende le redini ma alle 8 del mattino viene spedita a muro da una manovra di Francois Perrodo che definire sbagliata è un’eufemismo. La C8R si schianta in pieno Hunaudieres, distruggendosi. Di tutto questo ringrazia la Porsche 92, quella di Michael Christensen, Kevin Estre e Laurens Vanthoor. Anzi no, perché la loro gomma anteriore destra si disintegra poco dopo, perdendo vittoria e podio. Sotto la bandiera a scacchi, è la Porsche 91 a trionfare. Gianmaria Bruni, Frederic Makowiecki e Richard Lietz salutano l’ultimo impegno in GT della squadra ufficiale con il gradino più alto del podio.

Ferrari mazziata ma fortunata

La sfortuna delle Corvette e della seconda Porsche sono la fortuna delle Ferrari di AF Corse, penalizzate dalle forature e da un Balance of Performance indecente. Alessandro Pier Guidi, James Calado e Daniel Serra sono secondi con la 488 numero 51, a precedere la 52 di Antonio Fuoco, Miguel Molina e Daniel Serra. Aston Martin si porta a casa la GTE Am, grazie a TF Sport che mette in riga le Porsche di Dempsey Proton e le Ferrari AF Corse. Ben Keating, Henrique Chaves e l’ufficiale Aston Marco Sorensen sono i trionfatori, al termine di una corsa in rimonta. A proposito di rimonta, degna di nota è la prestazione delle Iron Dames, l’equipaggio femminile della Iron Lynx. Rahel Frey, Michelle Gatting e Sarah Bovy bucano una gomma già alla prima ora, ma non si scompongono e guidano pulito e senza sbavature. La ricompensa per l’ottimo lavoro è il settimo posto di classe: davvero niente male!


Classifica finale