Se Atene piange, Sparta ride, e a crepapelle. La 24 ore di Le Mans 2021 ci consegna una Porsche bastonata, ed una Ferrari che domina. Le due classi GTE, Pro ed Am, sono una cavalcata trionfale del Cavallino Rampante, la quale ha schierato diversi esemplari della 488 GTE EVO. La Rossa di AF Corse conquista la classe dei professionisti con Alessandro Pier Guidi, James Calado e Come Ledogar, al termine di una lunga battaglia contro la Corvette ufficiale. Nella Am, è ancora AF Corse a spuntarla, con Niklas Nielsen, Alessio Rovera ed il forte gentleman François Perrodo.
Le Mans 2021: Porsche si lecca le ferite
Le Mans 2021: qual è il segreto del successo Ferrari?
Il weekend è cominciato male per la Ferrari. Davide Rigon è stato dichiarato unfit, a seguito del gran botto alla 24 ore di Spa (vinta da Ledogar, Nielsen e Pier Guidi con la 488 GT3 di Iron Lynx). Amato Ferrari ha così chiamato Sam Bird a sostituirlo, affiancandolo a Daniel Serra e Miguel Molina. Ma siccome le disgrazie non vengono mai sole, è arrivata la mannaia del Balance of Performance, che con una tempistica irrispettosa, ha imposto alle 488 una restrizione sulla pressione del turbo (con una perdita di 8 CV circa) e la riduzione della capacità del serbatoio di un litro. Il team è stato obbligato a perdere mezz’ora dell’ultima sessione di libere per adattare la macchina al BoP, ma il risultato è stato eccezionale. I tecnici di Ferdinando Cannizzo hanno eseguito un lavoro esemplare, mettendo a punto le vetture in modo da mantenerle equilibrate pur con le penalizzazioni. I piloti hanno ringraziato già il sabato pomeriggio, quando si sono trovati tra le mani una macchina estremamente veloce, specie sull’asciutto.
I piloti sono al top
Ma la magia vera gli uomini in rosso l’hanno fatta in gara. Sul bagnato, le Corvette ufficiali hanno mostrato una competitività maggiore, mentre le Porsche sprofondavano. Le C8R avevano una velocità di punta più elevata (310 Km/h contro i 303 della Ferrari) e ciò le rendeva imprendibili sui rettilinei dell’Hunaudieres. Ma con la pista asciutta, la 488 si è dimostrata più equilibrata, e sui long run le Rosse hanno preceduto le supercar del cravattino. Da una parte e dall’altra, i piloti non hanno sbagliato nulla. I membri degli equipaggi erano un misto tra giovani e veterani: Nielsen era al secondo anno alla Sarthe, mentre Rovera era un rookie. Entrambi hanno ottimamente supportato Perrodo che, per quanto veloce, è pur sempre un gentleman. Gli equipaggi Pro erano composti da driver super collaudati, con ritmi di gara simili tra loro. Si tratta di un requisito fondamentale: la 488 girava sempre costante in ogni stint, a prescindere dal pilota. Inoltre, questo riduceva gli errori, in quanto un pilota veloce non doveva rischiare l’osso del collo per recuperare il tempo perso dal collega “lento”.
Le Mans 2021: le mosse che hanno consacrato le Ferrari
I momento decisivi si sono giocati sia in pista che fuori. Nel corso della mattina di domenica, la Ferrari numero 52 rompeva una sospensione e scoppiava una gomma, finendo fuori dalla lotta per il podio. Le speranze gravavano sulla 51, seguita come un’ombra dalla Corvette numero 63. Nelle soste ai box il team ha deciso di cambiare i dischi dei freni, operazione che porta via molto tempo (e che Corvette ha potuto evitare grazie ad un raffreddamento migliore). Con la C8R a meno di 50 secondi di distacco, un’operazione del genere poteva costare la vittoria. E invece, con un’esecuzione perfetta, i meccanici hanno cambiato gomme e freni quasi in contemporanea, mantenendo il tempo della sosta in poco più di un minuto! E la cosa bella è che era una mossa pianificata, provata più e più volte nel corso delle prove libere. I meccanici AF Corse sono super quanto i piloti.
Nella GTE Am, il risultato finale è stato deciso dagli eventi in pista. Nel corso della notte, la Porsche Project 1 di Egidio Perfetti si è schiantata nella chicane dell’Hunaudieres, probabilmente per un guasto. Uno dei detriti ha bucato la gomma anteriore dell’Aston Martin del TF Sport, la principale minaccia per il Cavallino. Felipe Fraga, Ben Keating e Dylan Pereira hanno perso quasi un giro per rientrare ai box, cambiare la gomma rotta e riparare il diffusore. Il resto ce l’hanno messo Nielsen e Rovera che, pur giovani, hanno guidato in modo pulito e senza sbavature.
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