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Le Mans 2021: Porsche si lecca le ferite

È la storia che si ripete. Dopo il 2020, anche la Le Mans del 2021 lascia la Porsche con l’amaro in bocca. Esattamente come nell’edizione dello scorso anno, anche in questa le 911 GT3 RSR hanno preso paga dalle Ferrari 488 nella classe GTE Pro. Nel corso di tutta la gara non sono mai stati della partita, a dispetto di una strategia e di un’organizzazione impeccabili. Non solo: hanno patito anche le performance della Corvette C8R, al debutto a Le Mans. Ed il Balance of Performance, che avrebbe dovuto rallentare le Ferrari, non ha aiutato. Cerchiamo di capire, con l’aiuto dei protagonisti, le ragioni di questa sconfitta.

Le Mans 2021: perché Porsche ha perso?

I guai per le 911 sono cominciati già nelle qualifiche. Nonostante un BoP rivisto, che ha tolto potenza alle Ferrari, le vetture tedesche hanno subito una sonora bastonata in Hyperpole. Le Rosse, così come le debuttanti Corvette, hanno sopravanzato le biance rivali. A complicare le cose c’è stato l’erroraccio di Kevin Estre, il quale ha impattato le barriere alla curva Indianapolis. Questo ha di fatto impedito alla numero 92 di prendere parte alla sessione, con la numero 91 che si beccava oltre un secondo dalle rivali. Al via della gara, le condizioni di bagnato hanno messo in difficoltà i porschisti, i quali non avevano il passo per contrastare le Rosse e le Vette. La situazione non è migliorata con l’asciutto, dove si è palesato il deficit di velocità di punta sui lunghissimi rettilinei dell’Hunaudieres. La speed trap parla di 3.4 Km/h in meno rispetto alla 488 e ben 5.2 Km/h in meno rispetto alla C8R. La ciliegina su questa torta amara l’hanno messa i piloti e le situazioni in pista. Estre si è girato di nuovo al terzo passaggio, complice la pioggia. Poi, la sorte ha voluto che s’incolonnassero nella safety car più distante dal gruppo di testa (in gara si usano tre auto di sicurezza, per via della lunghezza del tracciato), impedendo il ricongiungimento. nell’ora conclusiva Frederic Makowiecki ha rotto il diffusore in un’uscita alla chicane Ford, causata da un problema ai freni.


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Una Sarthe amara

Alla fine, Porsche è riuscita a salire sul podio. Estre, Neel Jani e Michael Christensen hanno concluso in terza posizione, ma con un giro di distacco dalla Ferrari vincitrice di James Calado, Alessandro Pier Guidi e Come Ledogar. Ma gli uomini della casa tedesca si aspettavano altro: “La gara non è stata solo difficile, ma anche deludente“, ha ammesso Alexander Stehling, capo del reparto corse GT. “Ci aspettavamo di lottare per la vittoria“. Richard Lietz, che è giunto quarto sulla vettura che ha condiviso con Makowiecki e con il nostro Gianmaria Bruni, ha parlato di prestazione “dolorosa” e “insufficiente“. “Se fai un lavoro impeccabile, non hai forature, una buona strategia e finisci solo terzo e quarto, allora devi guardare bene le cose“, ha ammesso l’austriaco ex rallista. E in effetti, in Porsche qualcosa da guardare ce l’hanno, ossia il BoP. FIA e ACO hanno rallentato a sufficienza le Ferrari? “Ora ci prenderemo del tempo per analizzare di nuovo con ACO e FIA e vedere perché non siamo stati in grado di equiparare le nostre performance con i nostri concorrenti“, ha commentato Stehling.

Immagine in evidenza di Porsche, per gentile concessione dell’ufficio stampa