Super Ibra. Grazie a una super prestazione dello svedese, il Milan espugna l’Olimpico di Roma e mantiene assieme al Napoli la testa della classifica del campionato italiano. Perde, invece, ancora la Juventus, che capitola a Verona. Simeone autore di una doppietta, realizza la sua sesta rete in meno di settanta minuti. Mentre Atalanta e Lazio fanno pari nel big match al Gewiss Stadium di Bergamo: l’olandese De Roon nel tempo di recupero riacciuffa la partita per la squadra di Gasperini.
Super Ibra: segna e si guadagna un rigore
Il Milan vince una partita molto difficile a Roma, contro la squadra di Mourinho. Il mattatore del match è Ibra che in Campionato, quest’anno, era la prima volta che entrava in campo da titolare. Lo svedese, all’Olimpico, ha disputato una partita da incorniciare: ha siglato il gol del vantaggio rossonero con un tocco magico, poi, si è guadagnato con astuzia una massima punizione, che Kessié ha saputo trasformare in rete. Ibrahimovic è un Super Hero: Super Ibra lo potremmo chiamare. Zlatan Ibrahimovic sembra quasi non appartenere alla categoria degli atleti che tirano calci al pallone. Sembra più un personaggio del Mondo degli eroi, imprestato al calcio, che un vero professionista del pallone. Tutti sappiamo come lui si applichi negli allenamenti. Ma quei suoi movimenti rubati al taekwondo, quel suo modo di essere sempre personaggio, ce lo fanno assomigliare più a un soggetto come Bruce Lee o ad un cattivo di Hollywood, che ai divi del pallone. Quanto Ibra possa essere ancora protagonista sui set dei prati verdi, nessuno lo può dire. Ma tutti sappiamo che uno come lui non può fare che bene al dorato Mondo del pallone. In questi giorni nei cinema uscirà una pellicola in cui lui sarà protagonista. Il titolo del film è “ I am Zlatan”, ma avrebbe potuto intitolarsi Super Ibra o Magic Zlatan. Zlatan Ibrahimovic è un fenomeno assoluto. Un fenomeno che non appartiene solo al calcio, ma appartiene alla categoria del Grande Spettacolo.
Crolla ancora la Juve: sconfitta pure a Verona, contro l’Hellas
Per la Juve di Allegri, quattro sconfitte in undici giornate. Chi l’avrebbe mai detto? Poi sconfitte contro l’Empoli, il Sassuolo, il Verona. Avesse perso contro il Milan, l’Inter, la Roma, la Lazio, perfino contro la Fiorentina, uno avrebbe potuto dire: partite davvero difficili, il campionato è davvero complicato, ci sono squadre piuttosto competitive… Invece, questa Juve 2020/21, ha perso in casa contro l’Empoli, il Sassuolo. Con tutto rispetto per le squadre di Dionisi ed Andreazzoli, le due formazioni non rappresentano la crema del calcio italiano. Empoli e Sassuolo sono, sì, due belle realtà della nostra Serie A, ma sono anche compagini che dimostrano di non avere una gran continuità. Per esempio, la squadra di Dionisi, dopo aver vinto allo Stadium, domenica ha proprio perso in casa contro l’Empoli, rimanendo di fatto in una zona anonima della massima divisione. Una Juve così malandata, non si vedeva da un decennio. Ma più che una squadra malandata, si potrebbe forse dire che questa è una squadra malata, perché rispetto a dieci anni fa questa Juve ha a disposizione fior di giocatori.
C’è bisogno di un gran restyling in casa Juventus
Prendiamo in considerazione la rosa degli attaccanti della stagione 2010/11, con questi della stagione in corso. Quella Juve di Del Neri, nel reparto di attacco, poteva contare su giocatori ormai sul viale del tramonto come Del Piero, Iaquinta, Luca Toni, Matri. Mentre questa Juve di Allegri può contare sulla freschezza di giocatori come Chiesa, Morata, Kulusevski, Kean, Bernardeschi e di un Dybala, che non si può certo dire che sia a fine carriera. Cosa stia succedendo a questa Juve, in pochi se lo sanno a spiegare. È forse terminato un ciclo le cui basi si poggiavano su un reparto difensivo capitanato da Bonucci e Chiellini. Ma con un De Ligt a registrare la retroguardia bianconera, questa tesi sta poco in piedi. Sta forse più in piedi la tesi secondo cui la società ha poco investito su calciatori di un certo livello al centro del campo, puntando su dei parametri zero piuttosto mediocri e poco funzionali a un progetto, quali Rabiot o Ramsey. Ora la Juve ha preso Locatelli, fresco campione d’Europa, poi a Genova ha parcheggiato un giocatore di enorme prospettiva come Rovella. Ma questi basteranno a far tornare in auge la Juventus? Magari un progetto tecnico, come quello intrapreso con Conte una decina di anni fa, sarebbe la cura per tutti i mali, ma a trovarlo un nuovo Antonio Conte.
Napoli sempre in testa: a breve super test per la squadra di Spalletti
La squadra di Spalletti è sempre in testa al campionato: lo è dalla prima giornata. Domenica, però, a Salerno, i partenopei hanno sudato le fatidiche sette camicie per avere la meglio sulla Salernitana. L’undici di Colantuono è stato un ostacolo davvero duro da aggirare. Solamente una rete di Ziellinski al quarto d’ora della ripresa ha rotto l’equilibrio nel derby campano tra Salernitana e Napoli. Agli azzurri mancavano Osimhen ed Insigne e questo la dice lunga sul valore di questi due ragazzi. Senza il nigeriano e lo scugnizzo questa squadra perde molto del suo potenziale offensivo. Sulla carta i sostituti di Osimhen ed Insigne sono dei grandi giocatori, ma l’apporto offerto dall’ex giocatore del Lilla e dal ragazzo di Frattamaggiore è di gran lunga superiore a quello dei vari Mertens, Lozano, Politano, Petagna, Elmas… Domenica il Napoli riceverà al Diego Armando Maradona il Verona, poi, dopo la pausa per le nazionali, la squadra partenopea dovrà affrontare un vero tour de force, incontrando subito l’Inter a San Siro. Dopo di che il Napoli andrà a Mosca a giocare l’Europa League contro lo Spartak, poi avrà la Lazio in casa, il Sassuolo in trasferta e concluderà questo difficilissimo ciclo di partite ospitando l’Atalanta e il Leicester a Fuorigrotta. Insomma, sarà un bel test per tastare la forza della squadra di Spalletti.