Gli sportivi durante gli allenamenti cercano costantemente dei metodi nuovi per avere delle prestazioni di alto livello. Solitamente si punta ad esercizi continui e severi, ad una dieta rigorosa e, in alcuni casi, anche a farmaci per migliorare le performance. Stando ad una nuova ricerca scientifica l’ultima frontiera dell’incremento della resa atletica risiederebbe nella stimolazione transcranica (tDCS) che confermerebbe l’importanza del cervello nell’attivare la resistenza muscolare.
Research Quarterly for Exercise and Sport ha pubblicato uno studio del 2020 nel quale sono stati riportati i risultati dei test effettuati su alcuni atleti per comprendere se la stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS) può davvero incidere sulle performance. La tDCS va a stimolare le cellule cerebrali: gli elettrodi positivi e negativi vengono apposti sulla testa dell’individuo, quindi viene avviata una corrente elettrica debole che penetra fino al tessuto cerebrale.
La ricerca in questione si è soffermata sulla corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) per capire quanto la stimolazione possa accentuare la resistenza negli sportivi che si occupano del sollevamento pesi.
I sorprendenti risultati della stimolazione transcranica
Gli autori dello studio del 2020 hanno coinvolto gi atleti che eseguono prevalentemente back-squat (in cui viene tenuta la barra sopra le spalle). I test hanno riguardato 11 sportivi sani che avevano un livello intermedio di allenamento e circa un anno di esperienza nella disciplina del sollevamento pesi. Inizialmente i partecipanti hanno sostenuto delle prove basate su forza e resistenza, e dopo una-due settimane l’esperimento è stato ripetuto in seguito al ricorso alla stimolazione transcranica.
In effetti, tenendo conto dei risultati della ricerca, è emerso che i soggetti sottoposti a tDCS hanno fornito delle risposte migliori sotto il profilo prestazionale rispetto a chi invece aveva seguito un allenamento tradizionale.
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Al momento sembra piuttosto difficile poter avere la stimolazione transcranica nello sport professionistico, ma comunque l’esito di questo studio può avere dei risvolti importanti per tutta la comunità scientifica perché può essere davvero utile comprendere l’importanza del cervello nel controllare le reazioni del fisico per un miglioramento delle prestazioni non solo in persone sane, ma anche in chi è affetto da patologie motorie.