La MotoGP sta per tornare in Indonesia. Il Mandalika Circuit è in fase di costruzione sull’isola di Lombok, ed ha già un posto riservato nel calendario 2022 (covid permettendo). I lavori, dopo un ritardo iniziale, pare siano a buon punto, tant’è che la Dorna starebbe valutando una sessione di test preliminare. Ma c’è, o ci potrebbe essere, un importante ostacolo da superare, di quelli che non ti aspetti. Parliamo, infatti, delle Nazioni Unite, che hanno deciso di porre la lente d’ingrandimento sull’impianto. In questo articolo, vi spieghiamo il perché.
Mandalika Circuit, perché è sotto indagine da parte dell’ONU?
Il caso parte dal 31 marzo, quando il commissario per i diritti umani Oliver De Schutter ha denunciato diverse violazioni dei diritti legati alla costruzione del tracciato. Partendo da fonti credibili, De Schutter denuncia che per realizzare l’impianto sono state espropriate terre agli abitanti dell’isola, senza un adeguato compenso. Non solo: i residenti di Lombok avrebbero ricevuto minacce e sfratti, e hanno visto le loro case distrutte, senza avere diritto ad una residenza alternativa. L’impianto di Mandalika faceva parte di un progetto di sviluppo turistico sostenibile, che secondo l’ONU doveva comprendere anche il rispetto dei diritti umani. Ma, evidentemente, le autorità locali hanno un’opinione diversa in merito a tali diritti…
L’Organizzazione, inoltre, accusa l’Asian Infrastructure Investment Bank, principale finanziatore dell’opera, di non aver compiuto una due diligence. Secondo De Schutter, la banca avrebbe omesso tali controlli, rendendosi di fatto complice degli abusi compiuti. La AIIB ha stanziato uno dei tre miliardi di dollari di finanziamento raccolti per il progetto del Mandalika Circuit. Oltre al circuito, il progetto prevede anche la realizzazione di un villaggio turistico, con alberghi, campi da golf e altre strutture ricettive.
È giusto correre a Mandalika?
Di tutta questa storia, colpisce il silenzio da parte della Dorna. Nella mattina di venerdì, il promoter spagnolo aveva trionfalmente annunciato l’ingresso di questo nuovo Gran Premio, e voleva persino programmare una sessione di test, per dar modo alla safety commission di valutare eventuali modifiche in nome della sicurezza. Il tracciato dovrebbe, secondo i programmi, ospitare anche il mondiale Superbike, con una tappa a novembre che concluderà la stagione 2021. Ma se si viene a sapere che l’impianto è frutto di vessazioni, minacce e violazioni sistematiche dei diritti altrui, è giusto che il circo continui la sua corsa come se nulla fosse? Bisognerebbe che la Dorna desse una risposta, al posto di questo silenzio assordante (e imbarazzante).
Il Mandalika Circuit dovrebbe ospitare il GP d’Indonesia per la prima volta dal 1997. All’epoca si correva sull’ormai vetusto circuito di Sentul, ancora esistente ma non più impiegato per competizioni internazionali. Non sarà l’unica novità per il futuro, visto che Dorna ha annunciato già da tempo il ritorno in Ungheria per il 2023. L’evento magiaro si svolgerà su un tracciato nei pressi di Debrecen, la cui progettazione è affidata all’italiano Jarno Zaffelli, già progettista dell’impianto argentino di Termas de Rio Hondo.
MotoGP: nuova pista in Ungheria, un progetto tutto italiano