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ATP Miami: La sinfonia numero 101 del Re

Se da anni vieni soprannominato il ‘Re’ qualcosa vorrà pur dire: ormai a vent’anni di distanza dal suo esordio nel circuito ATP è diventato superfluo dire chi è Roger Federer e cosa ha vinto. All’alba delle 38 primavere, questo signore qui continua ad incantare i propri tifosi e a riscrivere nuovi sensazionali record nel tennis.

L’ultimo trionfo in ordine cronologico è stato il Masters 1000 di Miami, torneo vinto già tre volte in precedenza. Nell’ultimo atto della competizione giocata in Florida, il 20 volte campione Slam ha liquidato senza patemi l’americano John Isner con un perentorio 6-1,6-4.

Il momento di forma dell’elvetico è straordinario : dopo la delusione per la sconfitta nella finale di Indian Wells contro Dominik Thiem, si è rimesso subito in carreggiata aumentando nel giro di due settimane il livello delle sue prestazioni. Con questo successo Roger sale a 28 Masters 1000 vinti in carriera e a 101 tornei in totale: numeri da capogiro.

La finale giocata sul nuovo impianto dell’Hard Rock Stadium di Miami concede in realtà pochissimi spunti. La superiorità di Federer è parsa dirompente, nonostante avesse dall’altro lato della rete un avversario di tutto rispetto dotato di un super servizio. Alla vigilia The King aveva dichiarato di esaltarsi particolarmente contro i big server: il campo ha poi dato conferma.

Il primo set dell’elvetico è stato pressoché perfetto: sin dai primi scambi è riuscito a prendere le contromisure alle bombe a servizio dell’americano, restando con il corpo vicinissimo alla linea di fondo e a trovare poi risposte particolarmente angolate. Infatti il primo parziale è stato a senso unico: con grande naturalezza Federer ha arginato il servizio – che ha toccato anche picchi di 220 km/h – di Isner, riuscendo a strappare per ben tre volte il servizio al tennista degli States. Le difficoltà di Long John si celano dietro i suoi numeri alla battuta : 12 punti vinti su 26. Numeri così bassi non si erano mai visti durante i suoi turni di servizio.

Il primo parziale viene chiuso in scioltezza da parte di Federer con un comodo 6-1 che lascia presagire anche un facile secondo set. Lo svizzero si è dimostrato anche particolarmente solido nei suoi turni di battuta concedendo appena un 15 al suo avversario.

Tuttavia nella seconda parte del match Isner, forte anche dell’appoggio del pubblico di casa, si dimostra più incisivo sul suo servizio. Federer fa più fatica questa volte a far male in risposta all’americano arrivando fino al 4-4. Purtroppo per il gigante americano i suoi sogni di rimonta svaniscono presto. Dopo il cambio campo, al nono game ha accusato un problema al piede destro chiamando immediatamente il fisioterapista.

Al rientro in campo Isner appare fin da subito dolorante: infatti in quel momento termina la partita. Non riesce durante il suo turno di battuta a servire come vorrebbe. Federer capisce il momento e sul 4-5, al secondo match point, grazie ad un beffardo challenge porta a casa la partita con il punteggio di 6-1, 6-4.

Esce tra i calorosi applausi del suo pubblico un ormai immobile John Isner. Eroicamente ha provato a restare in campo ma a nulla è servito contro un Federer in stato di grazia. L’americano cede lo scettro di campione dello scorso anno dopo aver fatto comunque un ottimo torneo arrivando fino alla finale.

Con questo trionfo a Miami, Federer si dimostra come il più in forma di tutti sia dal punto di vista fisico che mentale. Non a caso è primo nella Race Atp – il Ranking stagionale -, chiudendo nel migliore dei modi la prima parte di stagione sul cemento. Il fenomeno elvetico ora avrà un paio di settimane di tempo per ricaricare le pile e presentarsi al meglio al Roland Garros. Infatti dopo tre anni di assenza, Federer tornerà a preparare alcuni Masters 1000 e l’Open di Francia su terra rossa. Vedremo se continuerà a stupire anche sui torridi campi in terra battuta in giro per l’Europa.

Risultato:

[4] R. Federer b. [7] J. Isner 6-1 6-4