Dopo la presentazione, passiamo alla tecnica della monoposto di F1 del momento, l’Aston Martin AMR21. La monoposto con cui Sebastian Vettel tenterà il rilancio della sua carriera appare molto bella esteticamente, ma non è con la bellezza che si vincono le gare. Lo sviluppo contingentato non permette di fare molto, ma spendendo i “gettoni” giusti, si riesce a migliorare un progetto valido. E allora, vediamo cos’ha in riserbo per noi la prima Aston monoposto dal 1960, anche per togliere un dubbio che ci assale.
Aston Martin inaugura l’era della F1
Tecnica Aston Martin: la AMR21 è una copia della Mercedes?
Nel 2020, in epoca Racing Point, si è chiacchierato tanto di una possibile copia della monoposto campione del mondo. E così, in tanti si sono chiesti se anche la AMR21 segue con lo stesso vizio. In verità, un’analisi approfondita permette di scoprire alcuni elementi di originalità, frutto del lavoro del gruppo di Andy Green e dei gettoni spesi dalla squadra per le poche modifiche al telaio concesse dal regolamento 2021.
Tecnica Aston Martin: cosa è Mercedes…
Per prima cosa, la Power Unit proviene dalla Stella, ma quello è normale. E questo influenza il design del cofano posteriore e dell’airbox, di fatto un’imitazione della Silver Arrow (diventata nera per ragioni…sociali) ed adottata da tutti i team che adottano il V6 prodotto a Brixworth. Di origine Mercedes è anche lo schema delle sospensioni posteriori, dovuto al fatto che dal team campione del mondo Aston Martin acquista anche il cambio, oltre il motore. Infine, il muso anteriore è chiaramente ispirato alla monoposto anglo tedesca, e deriva direttamente dalla Racing Point dello scorso anno.
Aston Martin “svela” il sound della sua F1 (video)
…e cosa no
Le somiglianze con la Benz finiscono qui. Infatti, rimanendo in ambito del muso anteriore, notiamo un’ala decisamente diversa, con il flap superiore svergolato d’ispirazione Alpha Tauri. Le prese d’aria delle pance laterali hanno una forma decisamente diversa, così come i deviatori di flusso anteriori e posteriori. L’ala posteriore è leggermente più bassa della Mercedes, ed è priva della T-Wing. Infine, si nota una feritoia di sfogo dell’aria calda sul punto di congiunzione dell’Halo con il telaio, che sulla Mercedes non si è vista. Segno che a Silverstone hanno lavorato sull’aerodinamica seguendo una propria direzione, invece che imitare quella della partner. Insomma, questo clone della Mercedes…non è proprio un clone. Andrà più forte? la risposta a fine mese.