Continua la battaglia di Andrea Iannone contro il doping. Il pilota di Vasto, come sapete, è risultato positivo al drostanolone in un controllo effettuato lo scorso novembre in Malesia. Di qui è scattata la sospensione che è tutt’ora in vigore. Come previsto dal regolamento, Iannone ha richiesto le controanalisi, effettuate sul campione B regolarmente depositato. L’8 gennaio il laboratorio WADA di Dresda ha effettuato il suddetto controllo, ma il risultato non è confortante. Anche questo campione, infatti, è risultato positivo.
Come avevamo spiegato in precedenza, il drostanolone è uno steroide anabolizzante, un ormone creato in laboratorio che si combina con il testosterone per aumentare la capacità muscolare. Il suo uso nello sport è vietatissimo, perché oltre a dare un ingiusto vantaggio, provocano seri danni alla salute.
L’aspetto positivo della vicenda – se così possiamo dire – è che la quantità della sostanza incriminata che è stata rilevata nel campione è minima. Ciò significa che la difesa di Iannone potrà dimostrare più facilmente la buona fede del pilota. Per avere una certa efficacia, gli anabolizzanti devono essere assunti in maniera costante ed elevata, e non una volta ogni tanto. Tra le ipotesi ventilante c’è anche quella della contaminazione alimentare.
La vicenda doping non ci voleva proprio per Andrea Iannone, né per Aprilia.L’abruzzese rischia fino a due anni di squalifica, e ciò vuol dire che non è solo a rischio la presenza nei test di Sepang di febbraio, ma anche a tutta la stagione. Per questo motivo, a Noale sono corsi ai ripari. Per i test si affideranno al collaudatore Bradley Smith, poi si vedrà. Aprilia ha già contattato Karel Abraham, per un’eventuale sostituzione.