Dall’arrivo di Mikel Arteta sulla panchina dell’Arsenal, i Gunners hanno mostrato momenti buoni alternati ad altri meno buoni. Le vittorie di Fa Cup e Community Schield hanno si rimpolpato la bacheca trofei dei londinesi, ma non hanno ancora decretato il salto di qualità definitivo. Se infatti dovessimo dire che l’Arsenal sia una squadra da primo posto diremo una non verità. Le potenzialità ci sono ma sono poco sfruttate. Lo dimostrano anche le ultime gare, come ad esempio quella di Europa League contro l’Olympiakos. Lì solo dopo un’ora orrenda dal punto di vista tattico, l’Arsenal è riuscito a rialzarsi con le reti di Gabriel ed Elneny.
Arsenal – Tottenham Hotspur 14 marzo 2021 ore 16:30
Cosa manca all’Arsenal di Arteta per diventare grande?
All’Arsenal manca un impianto tecnico definito al cento per cento. Arteta ha provato a mettere una pezza ad un centrocampo che va in difficoltà troppo facilmente, ad una difesa che spesso compie errori madornali. Ma i numeri dimostrano che ancora c’è da lavorare. L’Arsenal è una squadra che viaggia a metà: in difesa sbaglia ancora fin troppo, in avanti vanta attaccanti di eccezione. Manca dunque un equilibrio che possa conferire al tecnico spagnolo quel materiale umano in modo da trasformare l’Arsenal in una squadra competitiva su più fronti. Se in Europa i londinesi vantano ancora prestigio, nonostante ancora la Champions sia un miraggio, in Premier League le cose vanno tutt’altro che bene.
In porta Bernd Leno è una certezza. In difesa Gabriel ha ristabilità un certo equilibrio sin dal suo arrivo, grazie anche all’intesa stabilita con Bellerin e Thierney. I veri problemi si registrano a centrocampo. Thomas Partey continua a sembrare quel centrocampista centrale alto e dominante che manca all’Arsenal dalla vendita di Patrick Vieira alla Juventus nel 2005. Ma deve ancora dimostrare di aver superato i fastidiosi problemi che lo hanno ha afflitto nei suoi primi mesi da giocatore dei Gunners.