Con la tappa numero 12, si è conclusa la Dakar 2022. Gli ultimi 164 Km di prova speciale hanno permesso alla carovana di lasciare Bisha per tornare al punto di partenza, la città costiera di Jeddah. Con un trasferimento finale che sa di amarcord, con il passaggio di fianco al Mar Rosso che ricorda vagamente le traversate sul Lago Rosa dei tempi che furono, gli equipaggi hanno raggiunto l’obiettivo di terminare la corsa, che già di per sé rappresenta un successo. E poi, ci sono i successi “veri”, quelli dei piloti e dei navigatori che hanno primeggiato nelle rispettive classifiche. Scopriamo chi sono.
Dakar 2022: Tappa 11, l’ultimo anello
Dakar 2022: cosa è successo alla tappa 12?
La classe auto è stata una specie di nazionale sudafricana. Henk Lategan ha conquistato la vittoria di tappa, con il connazionale Brian Baragwanath ad occupare la terza posizione. In mezzo al panino sudafricano ci è finito Stephane Peterhansel, che può dirsi soddisfatto. “Monsieur Dakar” ha perso le sue chance di vittoria già il primo giorno, ma ha a disposizione una macchina dal giusto potenziale. La top five è completata da Sebastien Loeb e dal lituano Vaitodas Zala. A proposito di Loeb, con l’alsaziano introduciamo il tema forte di questa tappa finale, ossia la lotta per la vittoria assoluta. Seb ha dato la zampata finale in questa tappa, recuperando ben sei minuti a Nasser Al Attiyah. Ma non è stato sufficiente: il qatariota, che quest’oggi ha “passeggiato” in 19esima posizione, si è portato a casa la sua quarta Dakar in carriera, con un margine di quasi 28′. Nasser non ha sbagliato quasi nulla, ha attaccato quando doveva ed agito di conserva quando serviva. Al contrario di Loeb, il quale ha pagato qualche piccola sbavatura sfociata in penalità. Yazeed Al Rajihi è salito sul gradino più basso del podio, rintuzzando l’attacco di un ottimo Orlando Terranova. La prestazione di “Orly” e di Loeb hanno confermato la crescita della BRX Hunter, che nel 2023 sarà un avversario tosto per Toyota, assieme ad Audi. La casa di Inglostadt è riuscita ad agguantare la top ten grazie a Matthias Ekstroem, che si è dimostrato un “animale da rally raid”. Il progetto RS-Q e-tron si è dimostrato valido, con la sua trazione elettrica. Certo, hanno ammesso implicitamente che l’elettrico da solo non fa mezzo metro, montando un quattro cilindri turbo ex-DTM come range extender, ma non ditelo troppo in giro: a Inglostadt si offendono!
A tutto Gas…Gas
Nella classe moto, la Gas Gas ha conquistato la sua prima Dakar in forma ufficiale, grazie a Sam Sunderland. L’inglese in questa speciale conclusiva ha agito in difesa, con Pablo Quintanilla che ha provato l’attacco finale. Il cileno ha stravinto la tappa, recuperando quasi tre minuti e mezzo a Sunderland. Ma ne sono mancati altrettanti per il sorpasso: l’alfiere Honda è rimasto a bocca asciutta, mentre la Gas Gas preparava i festeggiamenti. Con il settimo tempo di oggi, Matthias Walkner ha confermato la terza posizione, vendicando il ritiro di Kevin Benavides per conto di KTM. Adrien Van Beveren ha chiuso la tappa in 15esima posizione, con la quarta piazza assoluta in cantiere. Si tratta della migliore Dakar di sempre per il francese, il quale però è deluso: un errore di navigazione nella decima tappa gli è costata una vittoria che sembrava già sua…al quinto posto ha concluso Joan Barreda, vero e proprio eroe stoico: nonostante una spalla dolorante, “Bang Bang” ha stretto i denti portando la Honda al traguardo. Ed in condizioni simili, è arrivato al traguardo anche Danilo Petrucci, che ha stupito per la sua capacità di adattarsi alla Dakar. Speriamo di vederlo di nuovo in azione, così come speriamo di rivedere Mason Klein. Il debuttante statunitense ha concluso nono con la sua KTM privata: merita una moto ufficiale!