Dall’inferno e ritorno. Potremmo sintetizzare così il 2021 di Kyle Miyata Larson, vincitore dell’ultima gara della NASCAR Cup Series a Las Vegas. Il pilota di San Francisco ha vissuto un’annata che definire impegnativa è eufemistico, e non ci riferiamo al lockdown. Una battutaccia in un videogioco gli è costata la reputazione, e persino il suo posto di lavoro. Dopo aver passato mesi a ricostruire la sua immagine (e anche il suo morale, che era a pezzi), Larson ha trovato nella Hendrick Motorsports la sua nuova dimensione. La sua nuova “casa” gli piace così tanto da vincere alla quarta uscita, battendo ogni record precedente. Vi riassumiamo l’incredibile storia di un pilota che non si è mai arreso di fronte alle avversità, e che ha imparato dai suoi errori.
NASCAR Pennzoil 400: Kyle Larson, vittoria simbolica
Kyle Larson, cosa gli è successo?
Tutto comincia una sera di aprile, quando la NASCAR (e il resto del mondo) è costretto a casa dalla pandemia. La federazione, per compensare la mancanza delle gare, ha organizzato delle gare virtuali sulla popolare piattaforma iRacing. Durante una di queste gare Kyle si è lasciato scappare una battuta razzista a microfono aperto, e la cosa non è sfuggita agli addetti ai lavori. Una parolaccia che gli è costata cara: la NASCAR lo ha sospeso a tempo indeterminato, gli sponsor non hanno voluto avere più a che fare con lui. Alla fine, anche il suo patron Chip Ganassi lo ha abbandonato. La sua carriera era in bilico. Come uscirne?
NASCAR, Kyle Larson licenziato!
Per prima cosa, la NASCAR lo ha obbligato a frequentare un corso di sensibilizzazione, ma Kyle non si è limitato a questo. Sinceramente pentito, grazie anche alle sagge parole del collega Bubba Wallace, Larson si è dato al volontariato, per cercare la sua nuova dimensione e per essere un padre migliore per i suoi due figli. Ha soggiornato per un po’ a Minneapolis, dove ha lavorato per l’associazione dell’ex calciatore Tony Sanneh, il quale gli ha mostrato i quartieri devastati dai manifestanti per la morte di George Floyd. Per tenersi in allenamento, ha gareggiato con le Sprint Car, collezionando vittorie su vittorie.
Road to redemption
Siccome chiunque ha diritto alla seconda chance, Kyle Larson ha avuto la sua per il 2021. La NASCAR ha revocato la sospensione lo scorso ottobre, ma per il pilota di origini giapponesi trovare una squadra era dura. Ganassi gli ha chiuso le porte, essendo che gli sponsor ancora non si fidano di lui. Alla fine ha trovato posto da Rick Hendrick, il quale ha badato più alla sostanza che alla forma. Il suo pilota di punta, Jimmie Johnson, si stava ritirando, e gli serviva un degno sostituto. Larson ha così trovato una nuova squadra, pur accettando lo scotto di dover correre senza uno sponsor. Ma la scelta ha pagato: domenica scorsa, Kyle ha stravinto la Pennzoil 400, su una vettura marchiata con le concessionarie del suo nuovo boss. E con una livrea speciale, che richiamava quella del figliol prodigo Ricky Hendrick, scomparso in un incidente aereo nel 2004.
La strada per la redenzione di Kyle Larson è cominciata, ma ci vorrà del tempo prima che il resto del mondo lo riaccetti. Le TV ed i marchi sono ancora un po’ guardinghi, e mantengono ancora un atteggiamento un po’ freddino. Ad eccezione di Bubba Wallace, il primo a congratularsi con lui, con tanto di stretta di mano. E’ iniziato il disgelo? Intanto, Kyle si è già qualificato per i Playoff.