Il ct della Francia campione del mondo, in una intervista rilasciata al quotidiano nazionale Le Parisien, critica la scelta di molti paesi europei di riprendere il campionato a porte chiuse: “Le partite a porte chiuse le abbiamo gia conosciute, per decisioni disciplinari, quindi con un carattere punitivo. Una partita di calcio normale si svolge senza restrizioni e consente uno scambio tra pubblico e giocatori”.
Inevitabile il riferimento alla Bundesliga che è ripartita senza pubblico per le restrizioni anti-Covid 19: “Ho guardato la Bundesliga da quando sono riprese le partite in Germania. Certo, assomiglia al calcio. Non parlo del ritmo o della intensità delle partite. Ma certe immagini mi sembrano molto incoerenti. Vedo giocatori che giocano un incontro con tutti gli elementi propri del.calcio: in particolare contatti e scontri. E, poi, vedo in tribuna giocatori di riserva con le mascherine a 2 metri di distanza l’uno dall’altro. Sinceramente, non capisco. Sono nello stesso impianto, possono entrare da un momento all’altro. In tribuna il rischio sarebbe maggiore? Che incoerenza! Non mi piace”.
Deschamps approva quindi la decisione del Governo francese di fermare la Ligue 1: “È una decisione coerente e saggia. Bisogna accettarla. Il calcio francese è in crisi, ma non voglio ergermi a professore e parlare di qualcosa che non mi compete. Quel che è certo è che il modello economico del calcio francese, a parte una o due squadre, si basa sulla formazione dei giocatori e sulla loro vendita a squadre straniere. Questo modello consente ai nostri club di vivere o sopravvivere. La nostra Ligue 1 è un ottimo terreno fertile per tutte le grandi squadre europee che vogliono rinforzarsi”.
Infine conclude parlando degli Europei rinviati al 2021: “L’ ultimo raduno è stato nel novembre 2019, ora li ritroverò probabilmente a settembre 2020, praticamente dopo quasi un anno. Sicuramente le scelte che avrei fatto per la competizione di quest’anno sarebbero state diverse da quelle che farò tra un anno. Esiste uno zoccolo duro, ma tutto ciò che gli gira intorno potrà mutate. L’unica cosa che mi preoccupa seriamente è che arriveremo agli Europei dopo aver giocato per 12 mesi di fila senza aver effettuato una preparazione atletica completa. Molti giocheranno ogni tre giorni, questo comporterà qualche infortunio”.