Il DTM impara una nuova parolina, BoP. Queste tre lettere, che altre non sono che l’acronimo di Balance of Performance, sono la croce e delizia di molte competizioni a ruote coperte, dal WEC alla World Challenge. Nei due giorni di test a Hockenheim, la serie tedesca ha scoperto che le nuove GT3 saranno non solo veloci (hanno già abbattuto di due secondi i tempi dell’ADAC GT Masters, che adotta le stesse macchine) ma anche più complicate da gestire. Tra motori anteriori e posteriori, turbo e aspirati, la parola chiave è: livellare. Un compito non facile, e soprattutto, non esente da polemiche. Vediamo come la serie guidata da Gerhard Berger si è attrezzata per trattare questa gatta da pelare.
DTM e GT3: l’alba di una nuova era
DTM, come funziona il BoP?
Per sviluppare il Balance of Performance, il promoter ITR si avvale della collaborazione della AVL, società austriaca specializzata in prove al banco e simulazioni. Quest’azienda, che collabora con attori mondiali delle corse come la NASCAR o la Red Bull di F1, raccoglierà i dati delle prove e delle gare, nonché delle sessioni di test come quelle disputate ad Hockenheim (per quest’anno sono liberalizzati i test privati). La raccolta dei dati si tramuterà in un pacchetto di correttivi, da applicare alle singole vetture. S’interverrà sulle zavorre – e quindi sul peso minimo -, sull’altezza da terra, sull’aspirazione e sulla pressione del turbo. Si spera così di mettere sullo stesso piano vetture molto diverse tra loro, garantendo spettacolo.
Attualmente, il DTM schiera cinque modelli diversi. La Mercedes correrà con la AMG GT3, Audi con la R8 LMS, BMW con la M6 GT3, Ferrari con la 488 e forse una McLaren 720s. La Benz e la BMW hanno il motore anteriore, tutte le altre sono a motore centrale. Sono vetture molto diverse tra loro, ed equilibrarle rappresenta una vera sfida. E poi, c’è un altro obiettivo.
Velocità massima
Il DTM vorrebbe usare il BoP anche per un altro scopo. Il passaggio al GT3 rischia di trasformare la serie in un clone di altri campionati con lo stesso regolamento, come ad esempio, il “vicino di casa” ADAC GT Masters. La serie ha bisogno di distinguersi, e per questo vuole giocare la carta delle prestazioni. Il DTM offrirà le GT3 più veloci del pianeta, la massima espressione della categoria. Almeno è questo il pensiero di Michael Resl, direttore tecnico dell’ITR, il quale sostiene che il campionato debba puntare sulla velocità. Con il BoP provato ad Hockenheim, le GT3 da DTM hanno abbattuto di due secondi i tempi dell’ADAC GT Masters.
Tuttavia, non tutti sono d’accordo. Berger, interpellato da Speedweek, non ritiene che la performance sia una priorità. L’ex pilota di Ferrari e Benetton teme che la ricerca esasperata delle prestazioni possa compromettere lo spettacolo, rendendo le gare noiose. Secondo l’austriaco è meglio puntare sull’equilibrio, in modo da avere duelli in pista e sportellate, in perfetto stile DTM. La prova del nove sarà la pista di Monza, dove il 20 giugno si svolgerà la prima corsa della nuova era di quello che, nei bei tempi andati, era noto come Deutsche Tourenwagen Meisterschaft.
Alex Albon gareggerà nella serie DTM
Immagine in evidenza di Red Bull Content Pool, per gentile concessione