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Endometriosi e sport: serve più informazione

L’endometriosi è un disturbo serio legato al ciclo mestruale che di solito colpisce una donna su dieci. Il problema è che spesso la diagnosi risulta piuttosto ritardata, in media si parla di sette anni e mezzo. Le conseguenze di questo disturbo si fanno sentire anche sulle atlete poiché vanno ad inficiare le prestazioni, e in diverse circostanze gli addetti ai lavori tendono a sottovalutare il problema.

Purtroppo ci sono stati dei casi in cui allenatori o dirigenti sportivi non hanno preso in considerazione seriamente le problematiche delle atlete, pensando che si trattasse di dolori o problemi riguardanti il ciclo e che le atlete in questione si stessero facendo condizionare un po’ troppo. Solo in un secondo momento, quando le difficoltà sono aumentate e in alcune circostanze si è arrivati all’intervento chirurgico, ci si è resi conto che non si trattava affatto di un malessere passeggero.

Per tutti questi motivi è fondamentale che si faccia maggiore informazione nello sport sull’endometriosi. Si tratta di un disturbo subdolo, giacché nei primi momenti le donne sono abituate a sentire qualche dolore o sintomo quando hanno il ciclo e, se persiste, prendono un antidolorifico e vanno avanti. E così la diagnosi arriva tardi.

I problemi delle atlete con endometriosi

La BBC ha raccolto le testimonianze di tre atlete che hanno dovuto fare i conti non solo con l’endometriosi, ma con la scarsa informazione che c’è nel settore sportivo. Elinor Barker ha descritto i dolori provati dicendo che in quel periodo stava così male da sentirsi uno straccio. Kirstie James a causa della sofferenza lancinante è caduta sul pavimento di cucina di casa sua e inizialmente ha temuto che si fosse strappata un muscolo dell’anca. Monique Murphy ha vissuto ben prima dell’endometriosi un’altra esperienza drammatica: è caduta dal balcone del quinto piano e ha perduto la gamba destra. Nonostante ciò, non dimentica quello che ha dovuto sopportare quando ha accusato l’endometriosi.

Non sono tre donne menzionate a caso, ma si tratta di sportive che hanno vinto medaglie olimpiche, paralimpiche e del Commonwealth. Tutte hanno rivelato che quando hanno sofferto della malattia ginecologica benigna si sono sentite come se stessero impazzendo perché chiunque diceva loro che non avevano alcun problema. Eppure le difficoltà c’erano, eccome, tra dolori muscolari, numerose visite mediche e gare disputate al di sotto delle aspettative.

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Per fortuna in questi ultimi anni si sta riscontrando un pizzico di sensibilità in più da parte dello sport. Gli esperti e i medici sostengono che è fondamentale ascoltare le atlete quando lamentano determinati sintomi, evitando di etichettarli semplicemente come un blocco psicologico o quant’altro. È importante infatti confrontarsi, discuterne e provare a capire affinché si riducano i tempi di diagnosi dell’endometriosi, consentendo a tutte le sportive di ricevere cure e assistenza adeguate e tempestive.