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Formula 1: la sospensione posteriore Mercedes

La Mercedes sembra non avere più il primato in Formula 1, con la Red Bull che sembra dettare il passo. Ma a Brackley non si arrendono, e continuano a sviluppare la W12 in ottica dell’importantissimo GP di Imola. In questo articolo analizzeremo un dettaglio tecnico di grande interesse quest’anno, ossia lo schema delle sospensioni posteriori. Osservandole da vicino, emerge come la Stella abbia seguito la stessa strada della Red Bull, pur adottando soluzioni differenti. Analizziamo più da vicino le novità introdotte in questo ambito.


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Formula 1, perché Mercedes ha cambiato la sospensione posteriore?

Come sapete, il regolamento quest’anno vincola gli sviluppi con l’utilizzo di “tokens”, da spendere in una sola area selezionata. Mercedes, così come Red Bull, ha deciso di spendere il gettone per la parte posteriore, per una ragione semplice. Il regolamento tecnico impone un fondo piatto ridimensionato, e c’è la necessità di compensare il calo di carico aerodinamico da essa generato. Quando manca il grip aerodinamico, si cerca di lavorare sul grip meccanico. Di qui la scelta della sospensione posteriore, elemento fondamentale per guadagnare aderenza per le ruote motrici.

La via del multilink

Lo schema classico della sospensione posteriore da monoposto è il braccetto triangolare: due attacchi all’estremità della ruota che convergono verso un un punto singolo della scocca. Sulla RB16B, Adrian Newey ha introdotto per vie traverse il concetto di multilink, per certi versi simile a quello delle auto stradali. Il braccio di convergenza si attacca al telaio alla parte anteriore, con gli elementi del triangolo che sono separati in due bracci con agganci separati. La Mercedes ha seguito la stessa strada, ma in maniera meno estrema. I bracci del triangolo sono ora sistemati uno sopra l’altro, con una porzione leggermente carenata. Il braccio di convergenza rimane al suo posto, attaccato alla struttura deformabile.

Qual è il vantaggio della soluzione? Semplice. Con questo artifizio, la Red Bull ha fatto si che le sospensioni posteriori diventassero un elemento aerodinamico. Oltre che ad assorbire le buche e tenere le ruote, le sospensioni fungono da deviatori di flusso, che limitano la resistenza all’aria e la indirizzano dove serve. Mercedes ha seguito la stessa via, cercando di recuperare quel grip al posteriore che le manca. Con i suoi cordoli alti, Imola è un circuito dove la sospensione gioca un ruolo fondamentale. Vedremo quale delle due soluzioni sarà la migliore.

Immagine di Mercedes AMG Formula One Team, per concessione da parte dell’ufficio stampa