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Gara 2 NBA Finals 2020: i Lakers vincono ancora

Gara 2 delle NBA Finals 2020 termina con lo stesso esito di gara uno. I Lakers guidati da uno strepitoso Lebron James si impongono per 124-114 contro i Miami Heat di Jimmy Butler.

Una gara 2 che ha regalato emozioni ed è rimasta aperta fino alla fine dell’ultimo quarto nonostante l’attacco gialloviola non abbia praticamente lasciato scampo alla difesa Heat.

Gara 2 NBA Finals 2020: gli Heat lottano ma i Lakers vincono

Senza Goran Dragic e senza Bam Adebayo, i Miami Heat tentano di provare a scalare la montagna gialloviola. Una montagna formata da Anthony Davis (mvp di gara 1) e dal solito Lebron James.

La partita sembra essere indirizzata già dai primi minuti con i Lakers dominatori del rimbalzo e delle seconde chance. Miami invece, specie nel primo quarto riesce a contrastare le offensive degli avversari complice la percentuale realizzativa minore rispetto a gara 1.

Il primo quarto vede una distanza di soli sei punti tra le due squadre. La partita cambia completamente nel secondo quarto. Come in gara 1,i Lakers prendono il largo con Davis, Lebron e i loro tiratori. In particolare Caruso che sembra impossessato dallo spirito di Klay Thompson. Letale il numero 4 gialloviola dal perimetro con tre tiri da tre messi a segno senza problemi che piegano gli Heat.

Contributo fondamentale anche di Howard, un pò in ombra in gara 1 e protagonista di un ottimo primo tempo. Non solo per i rimbalzi ma anche per le trame di gioco che l’ex Orlando Magic riesce a creare e sfruttare per mandare i compagni a punti. Un fattore in più per coach Vogel il quale punta tutto sul quintetto dei lunghi.

Scelta che ripaga data l’assenza di Adebayo che dovrebbe tornare per gara 3. Incerta la presenza di Dragic che servirebbe come il pane agli Heat che alternano momenti di grande pallacanestro a momenti di totali forzature. I ragazzi di Spoelstra, lottano per tutta la partita, andando oltre i propri limiti.

Nulla possono fare contro i 65 punti totali messi a segno dalla coppia James- Davis. Il primo realizza 33 pti-9 assist e 9 rimbalzi, il secondo 32 punti-14 rimbalzi e un solo assist. Un duo che annienterebbe ogni difesa della lega e che consegna la partita nelle mani dei Lakers che nel terzo quarto volano.

Gialloviola che tardano nel dare il colpo di grazia agli Heat che rimangono in partita fino a due minuti dalla fine dell’ultimo periodo. Una schiacciata di Davis sancisce il più 12 a solo un minuto e ventotto secondi dalla fine della gara.

A nulla servono i 25 punti di Jimmy Butler. Il numero 22, nonostante una caviglia dolorante cerca di tenere a galla gli Heat fino alla fine. Commovente la partita dell’ex Bulls ma nessuno ha mai vinto da solo. In ombra Herro, oscurato dalla difesa dei Lakers che hanno concesso pochi tiri al rookie che anche difensivamente non è stato aggressivo,anzi tutt’altro.

Una serie che sembra destinata a chiudersi tra sole due gare. Dovrà trovare un modo coach Spoelstra di allungare queste NBA Finals. L’ultima possibilità sarà gara 3 dove una vittoria dei Lakers farebbe di gara 4 solo una pura e semplice formalità.

Lebron: la tranquillità del numero uno

Gara 2 è stata consegnata agli archivi dopo l’ennesima grande prestazioni di Lebron James. Il numero 23 è alla sua decima finale NBA e in questa serie, il Re sta dimostrando tutta la maturità ed esperienza accumulata negli anni.

Evita le forzature, accompagna sempre l’azione con gli occhi fissi sulla palla. Pensa a cosa è meglio per la squadra e non per lui. A differenza delle finali con Cleveland dove era costretto a prendere tiri in qualunque occasione, Lebron ha una squadra pronta ad aiutarlo. Da Davis a Green, passando per Howard e Caruso. I Lakers hanno costruito un “villaggio” intorno a questa fonte di energia che a 36 anni si migliora costantemente.

Il tiro da tre è migliorato andando a compensare quel poco di esplosività persa a causa del passare del tempo. Il suo corpo cambia e il suo modo di giocare a basket cambia. Intelligenza cestistica che permette a questo ragazzo dell’Ohio di puntare dritto alla conquista del suo quarto titolo in carriera.