La 19 tappa non è cominciata nel migliore dei modi, anche per colpa del maltempo che tra pioggia e freddo ha fatto subire drastici cambiamenti alla corsa rosa. Giro D’Italia nel caos più totale, infatti la partenza è stata modificata da Morbegno ad Abbiategrasso, decisione che ha fatto infuriare i corridori anche perché la tappa è stata accorciata. Un finale incandescente per il Giro D’Italia, che si appresta a concludere domenica 25 Ottobre a Milano.
Leggi anche: Il Giro-D’Italia-103: Jai Hindley vince la 18 tappa
Giro D’Italia nel caos: la 19 tappa ha scatenato le polemiche
Si sta correndo la 19 tappa del Giro D’Italia 2020 che è iniziata alle 14:30 tra proteste e rabbia da parte dei corridori. La tappa avrebbe dovuto essere di 258 chilometri, ma è stata ridotta notevolmente. La pioggia battente non ha fatto altro che ritardare l’inizio della corsa, provocando reazioni di rabbia in alcuni corridori (a quanto risulta, soprattutto di Lotto Soudal, belga e di Ag2r, francese) che non erano disposti a disputare tutta la tappa.
La tappa definitiva durerà solo 124,5 chilometri, Il primo traguardo volante (Vigevano) arriverà dopo circa 10 km dal via. In palio punti preziosi per la maglia ciclamino. Quello che ha fatto infuriare i corridori è stato l’aver iniziato regolarmente la gara fino ad arrivare al chilometro 8 per poi salire sugli autobus delle squadre in attesa della decisione che poi è stata presa ufficialmente. Da qui sono partite le proteste dei corridori, anche se non tutti i team erano d’accordo su queste reazioni.
Giro D’Italia nel caos: Abbiategrasso nuova tappa di partenza
Gli autobus delle squadre sono arrivati tutti ad Abbiategrasso, nel piazzale di una fabbrica dismessa di televisori, la Mivar. Questo spazio è abbastanza grande da contenere tutti i mezzi dei team. Da qui i corridori si sono messi verso il km 0. Per arrivare in tempo al traguardo, i bus, scortati dalla Polizia, faranno scendere i corridori nel piazzale e li anticiperanno ad Asti.
Il Sindacato Mondiale dei corridori (C.P.A., acronimo di “Cyclistes Professionnels Associés”)attraverso un comunicato ha scritto: “Grazie alla giuria e agli organizzatori del Giro d’Italia per aver ascoltato le nostre richieste. La salute è la priorità, specialmente in questo periodo segnato dal Covid. La riduzione della tappa di oggi non limiterà lo spettacolo, ma consentirà alle difese immunitarie dei corridori di non correre rischi più grandi”. Queste le parole di Stefano Allocchio, direttore di corsa: “Stiamo gestendo una situazione straordinaria, riusciremo a portare a termine la tappa. Abbiamo deciso di accontentare i corridori, anche se non condividiamo la loro richiesta”.
Giro D’Italia nel caos: le dichiarazioni di Mauro Vegni
Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia ha rilasciato delle dichiarazioni molto pesanti in merito ai corridori che hanno protestato. Mauro Vegni ha dichiarato: “Sono veramente arrabbiato, per non dire una parolaccia, sono veramente arrabbiato perché non è il modo di porre i problemi ammesso che c’è ne fossero stati. Queste persone che hanno dichiarato questo o lo provano o domani riceveranno lettere dagli avvocati. Non dico altre parola perché non è un comportamento rispettoso di chi ha cercato di farli lavorare, di chi ha cercato di fargli continuare a guadagnare uno stipendio e di tutto il rispetto delle persone che erano sulla strada.
Adesso andiamo a spiegare a quella gente lì perché il ciclismo è ancora in grado di fare queste brutte figure, credo che ne avesse già fatte tante nel passato, non meritava questa figura. E quindi vedremo poi dopo le conseguenze. E una tappa che è stata presentata un anno fa, è una tappa che i chilometri si sapevano ed è un giro che si corre ad Ottobre e quindi si sa che in un giro di Ottobre ci può essere anche la giornata di pioggia. C’erano tredici gradi alla partenza, non mi sembra una situazione climaticamente drammatica, per cui non troviamo scuse. Chi ha scritto che questa proposta è stata fatta prima di questa mattina, allora lo dimostri, o altrimenti riceverà una lettera dagli avvocati”.