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GP Austin: anteprima del Gran Premio del Lone Star State

Dalla riviera romagnola al Lone Star State, il passo è breve per la MotoGP. Il GP di Austin segue quello di Misano, e questa è una buona occasione per scoprirlo in anteprima. Il Circuit Of The Americas (COTA per gli amici) ritorna in calendario dopo l’assenza “pandemica”. Qualche dubbio iniziale sulla trasferta c’è stato (o meglio, qualche giornale ha cavalcato la sempreverde onda dell’allarmismo), ma adesso è tutto pronto per quello che sarà l’ultimo GP al di fuori dell’Europa: il finale di stagione sarà tutto sul Vecchio Continente, tra Portimao, Misano e il gran finale di Valencia.

Anteprima GP: quali sono i segreti del circuito di Austin?

Il Circuit Of The Americas sorge a 30 Km di distanza da Austin, capitale dello stato più esteso degli Stati Uniti, il Texas. La lunghezza è di 5113 m, tra i più lunghi del calendario, e conta ben 20 curve. Essendo un tracciato in senso antiorario, le curve a sinistra sono preminenti (11) rispetto a quelle a destra (9). Non è un tracciato “stop&go”, quindi mancano le staccatone (anche se ce n’è una importante), ma comprende un rettilineo infinito, cambi di direzione ed un curvone da paura, il “complex” 16-17-18. L’asfalto è abrasivo, cosa che non piace alle gomme. Su questo discorso ci torneremo più avanti. Le statistiche del passato dicono Honda, con Marc Marquez vincitore di sei delle ultime sette edizioni. Praticamente, le ha vinte tutte tranne l’ultima, quando una caduta lo ha costretto al ritiro. La vittoria è andata ad Alex Rins, ben felice di tornare in quel teatro che due anni fa lo ha consacrato. Occhio al fuso orario: il Texas è sette ore indietro rispetto all’Italia!


Gran Premio di Austin di MotoGP: orari e tv


Il fattore gomme

Con l’aiuto dei dati che MegaRide ha realizzato su commissione di Motorsport.com, possiamo concludere che il COTA è un tracciato ostico per le gomme. L’asfalto, dicevamo sopra, è abrasivo, anche se il nuovo manto, depositato in occasione del debutto della NASCAR Cup Series, potrebbe aver cambiato le cose. La sezione frontale della gomma anteriore deve sopportare un aumento di temperatura di 5ì40 gradi, lungo la potente staccata di curva 1. I cambi di direzione del primo settore (lo “Snake”) non danno tempo alle spalle di raffreddarsi, ma il vero problema è per il “complex” dalla 16 alla 18. Questo curvone, ispirato alla celebre curva 8 di Istanbul Park, mette sotto torchio la spalla destra dello pneumatico posteriore, la cui temperatura può salire anche di 50 gradi. Per questa ragione, in caso di pista asciutta, la scelta potrebbe orientarsi sulla hard all’anteriore e sulla media al posteriore. Tuttavia, c’è il fattore meteo: Michelin prevede un clima superiore ai 30 gradi, cosa che ha spinto il gommista francese a portare una mescola in più al posteriore, che potremmo definire “extra-hard”. Tuttavia, secondo Accuweather, le giornate di sabato e di domenica sono a forte rischio pioggia. E da quanto abbiamo visto dalla gara della NASCAR, il drenaggio del COTA non è eccezionale. Per quanto riguarda i freni, le staccate di curva 1 e curva 12 sono le più impegnative. In quest’ultima si percorrono 320 m per passare da 340 a 66 Km/h. Essendo il resto della pista un susseguirsi di curvoni e cambi di direzione, l’impianto frenante può raffreddarsi comodamente. La classificazione di Brembo è di 3 su 5, la stessa del circuito di Misano.