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Il GP del Mugello ed i track limits: un podio troppo “verde”

Che i track limits facessero discutere in MotoGP l’abbiamo capito, ma dopo il GP del Mugello forse si sono oltrepassati i…limiti. Al termine di una domenica surreale, funestata dalla tragedia di Jason Dupasquier, Fabio Quartararo ha dominato senza patemi, vincendo in scioltezza. La lotta ha riguardato la seconda posizione, con Miguel Oliveira che ha battuto Joan Mir. Questo però, è il responso della pista, ma poi è arrivata la direzione gara a complicare le cose. Ne parliamo più approfonditamente in questo articolo, a cominciare dai fatti in questione.


Assolo Quartararo: un Mugello senza rivali


Il podio del GP del Mugello deciso dai track limits?

All’ultimo giro, Joan Mir ha avvicinato Miguel Oliveira, senza però trovare un’occasione per il sorpasso. Il portoghese della KTM ha preceduto il maiorchino, ma subito dopo la Race Direction lo ha retrocesso di una posizione. Motivo? Durante la tornata finale avrebbe toccato la zona verde, che viene posta al di fuori dei cordoli. Ma non è finita qui, perché dopo nemmeno un’ora la direzione gara ha agito di nuovo. Riguardando le immagini, il collegio dei commissari ha scoperto che anche Mir ha toccato il verde, nello stesso giro di Oliveira. Risultato: anche il campione del mondo viene retrocesso. Riassumendo: Miguel è penalizzato e scavalcato da Joan, che ha sua volta è sanzionato restituendo la posizione al rivale. Alzi la mano chi ci abbia capito qualcosa.

La posizione dei piloti

È inutile dire che i due protagonisti sono rimasti sconcertati dal pressapochismo della direzione gara. In particolare Oliveira, il primo ad essere capitato nel pantano regolamentare dello Steward Panel. “Che dire? Le regole sono le regole e nell’ultimo giro ho spinto al massimo per tenerlo dietro di me“, ha detto il portoghese a Motorsport Total. “Non credo che avessimo un vantaggio quando abbiamo usato il bordo erboso“. Mir è sulla stessa lunghezza d’onda dell’ufficiale KTM. “Ero dietro a Miguel e quindi non avevo proprio occhio. Ho seguito la sua linea e non me ne sono nemmeno accorto“, ha ammesso Joan. Che ha sottolineato come per i piloti sia impossibile accorgersi di aver oltrepassato il sottile limite. “Nell’ultimo giro non ci fai caso“, ha aggiunto il 36.


MotoGP: adesso basta con questi stewards


Oltre alla questione del vedere o non vedere, ci sarebbe un’altra domanda da fare: cosa cambia con i track limits? Lo spirito della norma è di non dare ai piloti situazioni che possano dare un ingiusto vantaggio. Ma quanto si guadagna andando un pelo fuori linea, toccando una parte di cemento sporca e scivolosa? La direzione gara va mai a vedere se c’è stato effettivamente un guadagno? Non è la prima volta che il collegio dei commissari si rende protagonista di certe decisioni discutibili: già da anni mezza Moto3 è incavolata per la disomogeneità di certi provvedimenti. Ma adesso la misura è colma, e anche nella classe regina vogliono chiarimenti. Tuttavia, quello dei track limits è un problema difficile da risolvere, e questo renderà necessario sedersi attorno ad un tavolo. Ed è quello che vogliono fare i piloti. “Ne parleremo in Safety Commission“, ha preannunciato Mir.

Immagine in evidenza di Red Bull Content Pool, per gentile concessione