Il presidente della FIGC interviene alla trasmissione “Tutti convocati” ribadendo la volontà di terminare la Serie A e di continuare la stretta collaborazione con il governo per tornare alla normalità
Il presidente della FIGC Gravina ha fatto il punto della situazione calcistica italiana attraverso un’intervento al programma “Tutti convocati” su Radio24 in cui ribadisce la volontà di concludere il campionato entro giugno-luglio e la necessità di ulteriori manovre da parte del governo che regolino l’andamento della Serie A:
“Il congelamento dello status quo in caso di crisi estrema? Non lo prendo in considerazione, mi preoccuperebbe per il nostro paese. Spingiamo sull’acceleratore dell’ottimismo. Lavoriamo su ipotesi di ricominciare il 2-3-4 maggio e di completare i campionati, eventualmente sforando a luglio se non dovessimo farcela al 30/06 – aggiunge Gravina – Faremo in modo che, attraverso richieste al nostro legislatore, attraverso organismi internazionali dello sport, di chiedere anche la possibilità di sforare nel mese di luglio nel caso in cui non ce la facessimo entro il 30 giugno. Su questo c’è sintonia con il presidente della federazione spagnola Rubiales. Il nostro mondo dello sport vive una grande crisi economica. La Federazione si impegna nel raccogliere tutti i dati che le singole leghe stanno elaborando. Sappiamo qual è l’impatto economico e sociale del nostro mondo, un‘industria che non si identifica con i singoli. Non esistono solo le singole industrie dei protagonisti, ma un mondo più complesso. Sappiamo che esistono accordi di natura contrattuale da cui nasce l’esigenza di giocare di adempiere a quei vincoli contrattuali per limitare il danno. E’ un momento di riflessione e stiamo predisponendo una serie di richieste al nostro governo, un decreto legge riconosce lo stato di crisi dello sport. Abbiamo bisogno di un riconoscimento di forza maggiore per rinegoziare al nostro interno alcuni contratti e creare un sistema di mutualità interno, perché dobbiamo dare anche un segnale e capacità di autosostentamento e solidarietà interna prima di rivolgersi all’esterno”.
Gravina invita anche tutto il mondo calcistico ad essere partecipe della grande crisi economica generata dalla pandemia del coronavirus attraverso il taglio degli ingaggi ed altre misure atte a non pesare ulteriormente sulla situazione economica italiana:
“Tagliare gli ingaggi? In questo momento di emergenza non è un tabù. Credo che ci dobbiamo mettere tutti attorno a un tavolo. La crisi e l’emergenza valgono per tutti e anche il nostro mondo deve avere la capacità di essere unito. Siamo chiamati a un gesto di grande responsabilità dando contenuto a quel contenitore chiamato solidarietà. Esiste un fondo del bilancio UEFA che prevede in questi casi di poterlo utilizzare, aspettiamo indicazioni. La UEFA ha organizzato un gruppo di lavoro sull’impatto economico-finanziario”.