Dagli stadi di calcio alle prove speciali dei rally il passo è breve, se ti chiami Andre Villas Boas. Il tecnico, con trascorsi sulle panchine di Chelsea, Tottenham e Olympique Marsiglia, debutta nel mondiale il prossimo 20 maggio, nella gara “di casa” in Portogallo. Andre guiderà una Citroen C3 R5 nella classe WRC3, per ragioni benefiche. Il suo obiettivo è di far conoscere le associazioni di beneficienza che supporta a mo’ di “sponsorizzazione”. Per l’allenatore 43enne non è la prima esperienza rallistica: il mese scorso ha corso il Rali Vieira do Minho, sempre con una C3 R5, e con Goncalo Magalhaes come navigatore. Nel 2018 ha disputato la Dakar con una Toyota Hilux ed un “naviga” d’eccezione, l’ex motociclista Ruben Faria. La coppia non ha finito la gara per un problema alla schiena per il pilota. La sua presenza al rally del Portogallo susciterà grande interesse, e anche degli interrogativi sul suo futuro rallistico. Tutte domande a cui lo stesso Villas Boas ha risposto in un’intervista a Motorsport.com.
Andre Villas Boas, futuro nei rally?
La prima di queste domande è: farà altre gare nel WRC? Il tecnico qui è stato chiaro. “Penso che sarà un mordi e fuggi“, ha detto. E ha spiegato le ragioni di questa scelta: “Non penso che farò altri rally perché i raid mi piacciono di più“, ha detto Andre, “c’è più contatto con la natura. È un’esperienza completamente diversa, e c’è più tolleranza verso l’imprevedibilità e le perdite di tempo nei rally raid. E poi, i rally sono molto costosi. Non avevo idea della quantità di soldi che servono!“. Ma più che di soldi, Villas Boas ne fa una questione di maggiore…facilità di approccio. “È molto diverso, perché ti è concesso sbagliare“, ha spiegato. “Se perdi un minuto, o dieci minuti, oppure un’ora, c’è una tolleranza per gli errori, mentre nel WRC è impossibile perché si gioca tutto sul filo dei secondi“.
Obiettivo Dakar
Il Portogallo sarà quindi la sola esperienza nel mondo rally per Andre Villas Boas, il cui pensiero automobilistico è totalmente orientato verso la Dakar. Il suo obiettivo è di prendere parte all’edizione 2022, sperando di fare meglio del ritiro del 2018. “Voglio tornare alla gara per finirla“, ha spiegato. Ed ha già in mente con quale vettura vorrebbe affrontare la corsa più tosta al mondo. “Mi piacerebbe correre con una SSV“, ha spiegato. “Non sono così facili da guidare ma regalano le stesse emozioni a metà del costo“. Infine vuole rientrare nel giro del calcio: dopo aver annunciato l’addio all’Olympique Marsiglia il tecnico sta cercano un’altra panchina. Vi aggiorneremo su entrambi i fronti.
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