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Il motorsport ed i piloti giovani: Davidson ha una speranza

Il motorsport vuole sempre attirare piloti giovani, ma c’è un grosso ostacolo da superare. Anthony Davidson, ex pilota di F1 e FIA WEC, è intervenuto in un podcast, “My Big Break”, lanciando una sua speranza per il futuro. L’inglese, che oggi commenta in Gran Premi per Sky UK, sogna un mondo delle corse economicamente più accessibile, per dare spazio alle nuove leve.

Qual è il vero problema dei piloti giovani nel motorsport?

Nel suo intervento nel podcast, Davidson ha raccontato la sua esperienza da “rookie”. Nelle formule minori vedeva che i piloti che facevano carriera erano quelli dotati della proverbiale “valigia”, fornita dalla facoltosa famiglia o da uno sponsor che lo sosteneva già da anni. I più meritevoli dovevano invece provvedere con mezzi propri, e spesso si chiedevano se sarebbero mai riusciti a raggiungere la vetta. “Ho fatto karting per 12 anni, diventando professionista“, ha ricordato Davidson, nelle parole riportate da Formulapassion. “ Per un po’ ho pensato che quello sarebbe stato il mio destino, pensavo che quello fosse il massimo che avrei raggiunto nella mia carriera. Non riuscivo a trovare i fondi per fare il salto, ad esempio, in Formula Ford o in Formula Renault. Ci vogliono troppi soldi, e questo vuoto oggi è sempre più grande. Le famiglie benestanti sono ancora più sotto pressione e non possono nemmeno immaginare di portare i loro figli nel karting e poi nel mondo dell’automobilismo. È davvero spaventosoe qualcosa deve cambiare“. Davidson ha anche detto che, ai suoi tempi, le cose erano un pelino più facili, perché giravano più soldi. Ora non è più così, e l’ex pilota invoca interventi da parte della federazione internazionale e di quelle nazionali per risolvere il problema. Tuttavia, non ha dato un’indicazione precisa su come affrontare la questione.

Per le ladies è questione di tempo oltre che di soldi

Il problema del budget riguarda anche le ragazze, le quali vogliono anche loro giocare una propria parte. Ma per loro si aggiungerebbe anche un altro problema: il tempo. Le donne hanno bisogno di fare più stagioni nelle formule minori? È la tesi sostenuta da Abbie Pulling, ragazza inglese che corre nella W Series. La 19enne ha affermato a The-Race che i debutti precoci stile Max Verstappen e Lando Norris non sono fattibili per una donna. La sua driver coach, la pilota Alice Powell, spiega il motivo, che sta nel fisico. Le donne hanno una massa muscolare meno allenabile degli uomini, e serve più tempo per strutturarla. Se un ragazzo raggiunge il massimo della forza a 16-18 anni, una ragazza deve aspettare ben oltre la ventina. Ma attendere troppo, in F3 o in F2, potrebbe far arrivare tardi alla F1. Che fare? La Powell lancia un suggerimento: adottare il servosterzo. Con volanti più “leggeri”, le ragazze avrebbero la chance di accelerare il loro processo di maturazione, anche se poi rimarrebbe da superare l’ostacolo più grande. Come diceva Jim Carrey nel film “The Mask”, “in scena non ci vai, se la grana non ce l’hai“.


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