Un cielo soleggiato ed il gran caldo fanno da cornice alle qualifiche della Indianapolis 500, di scena questa domenica. La due giorni di prove ufficiali ha come attore protagonista Scott Dixon, alla sua quarta pole in carriera. Il neozelandese di casa Ganassi è imbattibile fin dal primo turno, e conquista la partenza al palo senza problemi. Accanto a lui, in prima fila, Colton Herta fa una magia, sfiorando il crono dell’esacampione per appena un decimo. Chiude la prima fila il primo dei motorizzati Chevrolet, Rinus VeeKay. L’olandese, vincitore sullo stradale di Indy, è tra i favoriti per la vittoria. La qualifica segna il disastro totale del Team Penske, mai in lotta per le posizioni che contano. Il primo alfiere di capitan Roger è il rookie Scott McLaughlin, 17esimo in griglia. Josef Newgarden è 21esimo, Simon Pagenaud 26esimo, e Will Power addirittura in ultima fila! Simona De Silvestro, unica ragazza in gara, riesce a qualificarsi, e partirà 33esima.
Indianapolis 500: Honda power nel Fast Friday
Indianapolis 500: come funzionano le qualifiche?
Il format si stende su due giorni, il sabato e la domenica. Per la prima giornata si svolge un turno unico che decide chi accede agli altri due…ma quali sono? Il primo è la Fast Nine ( Pole Day, per chi ama essere nostalgico), dedicata a chi si gioca la pole. Il secondo è la Last Chance Qualifier (o Bump Day, come sopra), per chi deve meritarsi un posto in griglia. I primi nove della qualifica del sabato accedono alla Fast Nine, mentre i classificati dal 31esimo posto in poi passano alla LCQ. Chi sta in mezzo…ha già finito, e partirà dalla posizione conquistata nel turno preliminare. I piloti partono un per volta, compiendo una sequenza di quattro giri veloci. Il tempo definitivo è dato dalla media dei quattro crono ottenuti nel run. Ciascun pilota ha tre tentativi a disposizione, quindi se non è abbastanza veloce può ritentare altre due volte.
Indianapolis 500: le qualifiche che contano
Ad accedere alla Fast Nine sono: Scott Dixon, Tony Kanaan, Alex Palou, Marcus Ericsson, Colton Herta, Rinus VeeKay, Helio Castroneves, Ed Carpenter e Ryan Hunter Reay. Tutti questi piloti ottengono il tempo buono al primo tentativo, ad eccezione di VeeKay, che riesce a migliorare solo nel secondo. Prima di ciò, nella top nine risiedeva Alexander Rossi, vincitore della 500 miglia del 2016. Viene scalzato dall’olandese proprio al secondo run, senza poter replicare per aver già giocato le sue carte. Curiosamente, anche Palou fa un secondo run, pur avendo già ottenuto il posto in Fast Nine. Il risultato è un brutto incidente, tanto spettacolare quanto incruento.
Il giorno della Fast Nine, i piloti si lanciano per i loro run, ad ordine invertito rispetto alla classifica del sabato. VeeKay, ottiene la pole provvisoria con 231.511 mph, battendo di oltre 1 mph il polesitter provvisorio Palou. L’olandese volante rimane in prima posizione fino al turno di Herta Jr, il penultimo a partire. Con 231.655 mph, il figlio d’arte scalza VeeKay, e si prende i complimenti di papà Bryan: “Sei il mio eroe!“, gli dice via radio. Ma la gioia di Colton polesitter dura giusto quei due minuti per dare il tempo a Dixon di completare il run: 231.685 mph, 0,031 mph più veloce del numero 26! Con i suoi 40anni, Dixon è il più maturo di una prima fila “giovane”. Colton Herta ha 21 anni, VeeKay 20. Benvenuti nella “onda verde” della IndyCar.
Lotta per la sopravvivenza
Prima della Fast Nine, a Indianapolis si svolge la Last Chance Qualifier, quella che una volta era nota come Bump Day. Gli attori protagonisti sono Sage Karam, RC Enerson, Simona De Silvestro, Charlie Kimball e, sorprendentemente, Will Power. Karam è il primo a partire, concludendo il suo run con 229.156 mph. Poi tocca all’australiano, vincitore qui nel 2018. Nel suo tentativo picchia il muretto in curva 4, ma riesce a proseguire. Con 228.876 mph, l’alfiere Penske non batte Karam, e rischia l’eliminazione. Al rientro ai box, la ruota posteriore destra è danneggiata, ma non c’è tempo per ripararla. Decidono comunque di non fare un secondo run, prendendosi un rischio pazzesco.
Simona De Silvestro è la prossima ad uscire. Con 228.353 mph, la lady svizzera è 33esima e ultima provvisoria. Rischia seriamente di non qualificarsi, soprattutto contro un pilota esperto come Charlie Kimball. Ma il californiano stecca nel suo turno, non facendo meglio di 227.811 mph. Non ce la fa nemmeno RC Enerson, con 227. 298 mph. I due proveranno altre due volte, senza però migliorare. È fatta: Simona è salva! Per la prima volta nella storia, un team composto da sole ragazze si qualifica per la 500 miglia di Indianapolis. In bocca al lupo, Paretta Autosport.