Si avvicina il mese di maggio, e con esso il weekend lunghissimo del “Greatest Spectacle in Racing”. Per l’edizione 2022 la Indy 500 accoglie un format di qualifiche leggermente rivisto rispetto alle edizioni passate. L’obiettivo del promoter IndyCar è di rendere le prove ufficiali spettacolari quanto la gara, mettendo i piloti nelle condizioni di lottare per un posto al sole. Le qualifiche sono condensate in due giorni, il 21 ed il 22 maggio. La bandiera verde della Indianapolis 500 è prevista per la domenica successiva, il 29 maggio. In Italia entrambe andranno in onda su Sky Sport.
Indy 500 2022: come cambiano le qualifiche?
Il format principale è tutto sommato invariato, con due sessioni ufficiali più altre tre per decidere la prima e l’ultima fila. La lotta per la pole passa dalla Fast Nine alla Fast Twelve: in sostanza, il turno che decide la partenza al palo passa da nove a 12 piloti. Essi vengono decisi dalla sessione di qualifica del sabato, la quale assegna le posizioni dalla 13esima alla 30esima o alla 33esima. La Fast Twelve è per la domenica, a cui segue un’ulteriore scrematura. Di questi 12 i primi sei si scontreranno in un’ulteriore qualifica, la Firestone Fast Six: da qui uscirà il nome del polesitter di Indianapolis. In tutte le sessioni la modalità è sempre la stessa, con tentativi multipli di run in solitaria. Ciascun run è composto di quattro giri veloci, la cui velocità media costituisce il tempo per la qualifica. A Indy, le prove ufficiali sono impegnative quanto la gara, se non di più.
Una Last Chance Qualifier non così…Last
L’ultima fila è oggetto di contesa nella Last Chance Qualifier. In questa sessione, una sorta di rimasuglio del vecchio e glorioso “Bump Day”, i piloti che ancora non si solo qualificati provano a contendersi un posto in ultima fila. Ma a una condizione: la entry list deve superare le fatidiche 33 unità. Altrimenti, la LCQ non verrà disputata, e l’ultima fila viene decisa sulla base della qualifica del sabato. Allo stato attuale, l’elenco degli iscritti è ancora fermo a quota 32 vetture, e ci sono poche probabilità di includerne una 33esima. La sola speranza è affidata alla scuderia Juncos Hollinger, la quale sta lavorando per dare un compagno di squadra occasionale per Callum Ilott. John Cusick e Stefan Wilson sono in alto mare, Top Gun non ha risolto il contenzioso con la famiglia Enerson sulla proprietà della macchina. Beth Paretta, infine, ha rinunciato a Indy per concentrare i propri sforzi su un programma, già annunciato, di tre gare stradali. Simona De Silvestro è confermata come pilota della formazione “in rosa”, in quella che potrebbe essere la sua ultima parentesi automobilistica. La svizzera ha trascorso l’inverno ad allenarsi con il bob, in vista delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026.
Indianapolis 500 2022: dica 33? magari