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Inter-Juve: la storia infinita

La memoria storica in tempo di guerra è piena di esempi di rivalità sanguinarie che si sono sviluppate fin dai tempi primitivi: Achei contro Troiani nell’antica Grecia, Ateniesi contro Spartani, Romani contro Barbari nell’età imperiale, Triplice Alleanza contro Triplice Intesa nella I Guerra Mondiale, fino ad arrivare agli odi politici attuali. Quella tra Inter-Juve è più pacifica ma rientra nella storia delle rivalità.

Nel contesto più pacifico del mondo del calcio italiano troviamo una rivalità altrettanto accesa, alimentata nel tempo da continui episodi che sembra destinata a non finire mai: quella tra Inter e Juventus.

Considerate due tra le squadre più forti e allo stesso tempo distanti per ideologie e strutture, la loro rivalità si estende in tutti gli aspetti costitutivi ed è ormai uno status quo che le distingue da tutte le altre.

Da una parte una squadra con una tradizione societaria famigliare e italiana, dall’altra una componente internazionale e commerciale, patriottismo contro globalizzazione: la loro sfida non è mai banale e racchiude in se’ tutti gli aspetti che caratterizzano il calcio italiano, per questo è definita “il Derby d’Italia”.

La memoria storica ci riporta indietro di 46 anni, precisamente nella stagione 1960-61, dove tutto è iniziato.

Nella Juventus esplodono due grandi come Boniperti e Sivori, mentre l’Inter è da poco guidata dal mago Herrera: le due squadre si sfidano a Torino il 16 aprile 1961, la classifica vede i bianconeri primi in classifica con la squadra di Herrera terza a -4 punti.

Il match è molto sentito e al Comunale sono presenti molte più persone del dovuto: per ragioni di sicurezza l’Inter chiede di non giocare, ma l’arbitro Gambarotta non è d’accordo e fischia l’inizio della partita.

Dopo 31 minuti la folla invade il campo e il gioco viene sospeso, e viene assegnato lo 0-2 a tavolino che mette nei guai la Juventus perchè porta il Milan a -1 e l’Inter a -2 dalla vetta.

Ma l’avvocato juventino Chiusano fa appello alla Caf che ordina la ripetizione della gara.

Decisione prevedibile, visto che a quei tempi il presidente della Caf, organo federale, era anche il presidente della Juventus Umberto Agnelli.

Si rigioca quindi il match dopo la fine del campionato vinto dai bianconeri, e il presidente dell’Inter Angelo Moratti fa scendere in campo la squadra primavera per protesta: la partita termina 9-1 per i bianconeri, Boniperti si ritira dal calcio giocato e Mazzola fa il suo esordio.

Dopo questo casus belli la rivalità non ha fatto che crescere, alimentata da altri episodi che si sono succeduti nel tempo fino ai giorni nostri.

Ronaldo ’98 

Il 16 aprile 1998 avviene come un deja-vu della partita del ’61: si gioca Juventus-Inter a Torino, gara valida per la vittoria del campionato, con la Juve prima a 66 e l’Inter a -1.Sull’1-0 Ronaldo entra in area di rigore e dribbla Juliano che lo abbatte commettendo un chiaro fallo di ostruzione, ma per l’arbitro Ceccherini non c’è nulla.

Sulla ripartenza West stende Del Piero in area di rigore ma sbaglia il penalty dagli 11 metri.

La partita finisce però 1 a 0 e la Juventus è campione d’Italia.

Calciopoli – Nei primi anni 2000 la rivalità si sposta dal campo alle vicende societarie: nella stagione 2005/2006 scoppia il caso Calciopoli che riguarda da vicino la dirigenza della Juventus: i bianconeri vengono retrocessi in Serie B e all’Inter viene assegnato a tavolino lo scudetto.

Gli strascichi dello scandalo comportarono una migrazione di massa dei giocatori più talentuosi (Ibrahimovic, Vieira…) dalla Juventus proprio alla rivale nerazzurra, con grande rabbia del popolo juventino.

Agnelli 2.0

La rivalità ci porta fino ai giorni nostri, dopo la sfida del 5 febbraio accompagnata da polemiche per due rigori non fischiati da Rizzoli a favore dei nerazzurri, lo stesso arbitro italiano rinuncia alla partecipazione ai mondiali di Russia 2019, ufficialmente “per lasciare spazio ad altri”, e la dirigenza juventina attacca l’Inter.

Prima il ds Marotta si dice “imbarazzato perchè la squadra di Pioli non sa perdere”, e Jhon Elkann rimarca il concetto; l’Inter attraverso un comunicato risponde dicendosi orgogliosa della sua storia.

Questa rivalità rende il Derby d’Italia la partita forse più importante e attesa della Serie A, caricandola di aspettative sempre maggiori e facendo venire i brividi a tutti gli amanti del calcio.