Si allena vicino casa Khadjou Sambe, la prima donna professionista senegalese a praticare il surf. Siamo a Dakar nel distretto di Ngor, il punto più occidentale del continente africano. Sambe non si limita a cavalcare le onde per il puro gusto di farlo ma si sta ritagliando un ruolo di capostipite inspirando le nuove generazioni. Sta insegnando alle nuove leve, al Black Girls Surf, qual’è il modo migliore di affrontare le creste e governarle. una scuola di formazione tutta al femminile per le piccole donne che voglio seguire le sue orme e intraprendere la carriera di surfista professionista.
Una missione che non si basa solamente sull’insegnamento della disciplina sportiva ma che intende sviluppare anche forza mentale per rompere gli stereotipi di una società che in genere vede per le donne solo il ruolo di casalinghe e giovani spose, casa, cucina e pulizie. Sambe è cresciuta in riva al mare ma non ha mai visto una donna di colore fare surf nell’oceano Atlantico e i suoi genitori l’hanno ostacolata in tutto i modi, per due anni e mezzo le hanno vietato di avvicinarsi alla tavola da surf e l’hanno indicata come la vergogna della famiglia. Ma la sua determinazione è stato notevolmente più forte tanto da far loro cambiare idea.
Un’avventura iniziata presto
La sua avventura da surfista inizia a 14 anni. Intervistata dalla BBC ha così ricordato:
“Quando prendi quella prima onda, sei così felice di urlare tanto che tutti possono sentirti, perché sei contento di esserti alzato e rimanere in piedi. All’inizio è stata un po’ dura perché ero l’unica ragazza a fare surf qui, e le persone pensavano:’ Cosa ci fa una ragazza qui? Questo è uno sport per ragazzi’. Ovviamente questo non è vero, e altre persone mi hanno davvero incoraggiato e mi hanno detto non ascoltare“.
Il suo allenatore è Rhonda Harper, fondatrice della BGS, e ormai gli abitanti di Ngor si sono abituati a vederla trasportare la tavolo per gli stretti vicoli della sua cittadina che portano verso il mare. Harper racconta che Sambe è arrivata da lei senza un centesimo in tasca, senza parlare una parola di inglese e con uno stile di surf decisamente selvaggio e indipendente. Necessitava di una bella “revisione” prima di potersi conformare alla struttura delle gare di surf.
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Ora Sambe, come base, utilizza una casa che si affaccia sull’oceano e che la aspetta mentre surfa e si sente speciale come lei stessa ha affermato durante l’intervista: ” Quando sono in acqua, sento qualcosa di straordinario, qualcosa di speciale nel mio cuore”