Serata amara per i colori nerazzurri di Milano. L’Inter tornava a disputare un ottavo di finale dopo ben dieci anni e l’atmosfera a San Siro era elettrizzante. Eppure, nonostante l’ottima gara disputata, i Reds hanno portato a casa la vittoria. Una partita dove alla fine la distanza tra Inter e Liverpool è venuta a galla nella maniera più dolorosa possibile.
La distanza tra Inter e Liverpool è ampia?
Chi ha visto la gara sa perfettamente che l’Inter ha giocato un’ottima gara contro un avversario di livello eccelso come il Liverpool di Klopp. Inzaghi ha preparato la gara in maniera impeccabile, i Reds infatti per lunghi tratti hanno patito l’intensità dei nerazzurri. Si potrebbe dire che si sono giocate due partite all’interno dello stesso match. Settantacinque minuti di grande Inter, poi un quarto d’ora finale di gara di marca prettamente inglese. Questa è la Champions League d’altronde, ma questo è anche il calcio. I nerazzurri hanno sì, giocato la gara in maniera ottimale, al meglio delle proprie capacità; tuttavia l’unica vera azione pericolosa è stata la traversa di Çalhanoğlu. Per il resto l’Inter non è riuscita ad impegnare severamente Alisson. Al contrario al Liverpool è bastato fare una partita attenta, in cui ha contenuto le folate interiste ed è riuscita a trovare un doppio vantaggio chiave in ottica ritorno. Basterebbe solo questo per dire come la forbice tra nerazzurri e Reds sia molto ampia.
Nonostante i progressi, il nostro campionato resta ancora indietro
A segnare il gol dello 0-1 per il Liverpool è stato Roberto Firiminio, entrato ad inizio ripresa per uno spento Jota. Nei nerazzurri il cambio offensivo è stato l’ingresso di Sanchez per uno spento Lautaro Martinez. Se l’apporto di Firminio è “identico” tra Premier League e Champions League, non si può dire lo stesso per il cileno. I successivi cambi apportati dai due tecnici sono significativi: da una parte Keità o Jordan Henderson, dall’altra Gagliardini e Dimarco. Una differenza economica che inevitabilmente sfocia anche nel tecnico e che inevitabilmente mette a nudo uno dei grandi problemi attuali del calcio italiano. Se da un lato è evidente il miglioramento dal punto di vista della proposta di gioco, dall’altro resta ampio la differenza delle rose. La rosa profonda dell’Inter che ha permesso di vincere l’ultimo campionato e di essere virtualmente prima in questo, non garantisce le stesse certezze in altri contesti. Un discorso che si può ampliare alle altre big del nostro campionato.