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La Formula 1 ed i nuovi GP: l’importanza del simulatore

Vi siete mai chiesti come si fa a preparare l’assetto di una monoposto per una pista mai vista prima? Il segreto sta nel simulatore, che nella Formula 1 moderna è diventato sempre più preponderante. In una colonna esclusiva su Motorsport.com, l’ex ingegnere Pat Symonds svela le tecniche con cui la massima formula “impara” un nuovo circuito prima ancora di girarci.

Come fa il simulatore a preparare un nuovo GP di Formula 1?

Prima di accendere il computer, si parte dal foglio bianco. L’architetto gira alle squadre i disegni del circuito che sta per realizzare, ed i team provvedono a fare una scansione in 2D della mappa, in modo da caricarla sul software. Symonds spiega che questo sistema, pur utilissimo, ha qualche limite: ad esempio, non è possibile conoscere l’esatta altezza dei cordoli, per cui i primi giri “simulati” avvengono senza tener conto degli stessi. Una volta completata la scansione, si compie il giro “virtuale”, partendo da una gamma di assetti standard. Symonds spiega che si parte da un setting di un circuito dalle caratteristiche simili, e da lì si parte alla ricerca dei dati.

Le regolazioni “simulate”

Le prime regolazioni le si fanno sull’aerodinamica, ricercando un compromesso tra carico aerodinamico e resistenza all’avanzamento. Una volta trovato un setting di base, si lavora sugli altri comparti, come l’altezza da terra, la rigidità delle barre antirollio e via di seguito. Perché si agisce in questo modo? Symonds spiega che l’aerodinamica è l’elemento fondamentale di una monoposto, e da esso dipende il resto del setting. Per fare un esempio, l’altezza da terra ha un suo peso sul carico generato, in quanto consente di aumentare il flusso di velocità dell’aria sotto la vettura (effetto Venturi). Dopo che il lavoro di massima è finito, il simulatore raccoglie i dati e li evidenzia su appositi grafici. Questi saranno il punto di partenza dal quale i piloti assetteranno la monoposto, quando sarà il momento di scendere in pista. Grazie alla tecnologia, la Formula 1 può imparare a girare su una pista prima ancora che sia completata. Il rovescio dalla medaglia sta nei costi di sviluppo dei software, che è esorbitante, e nella loro efficacia, che spesso è vanificata da imprevisti come le condizioni meteo. Ma come sottolinea lo stesso Symonds, è una tecnologia destinata ad avere ancora peso in futuro. Dopo tutto, il circus la usa ininterrottamente dal 1986!


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