Nel 2022, il WRC entrerà nella dimensione dell’ibrido, avvicinandosi in un certo senso alla Formula 1. Con l’introduzione delle Rally1, il mondiale rally tenta la via dell’elettrificazione, per attirare nuove case e per dare un chiaro messaggio di ricerca della sostenibilità ambientale. Ma finora il suo funzionamento è stato un mistero. In queste ore, la FIA ha comunicato i dettagli tecnici del motore elettrico di supporto, che consentirà ai piloti di ottenere un boost da usare sapientemente. In questo articolo, vi spieghiamo i principi di azionamento di questo sistema, che rivoluziona il mondo delle corse su strada.
Nuovi costruttori nel WRC? Per ora no
WRC: come funziona l’ibrido delle Rally1?
Dal punto di vista tecnico, le Rally1 si discostano abbastanza dalle attuali WRC Plus (che continueranno a correre per una classifica apposta, riservata ai privati). Il telaio e le sospensioni sono simili, ma con strutture meno ricercate per abbassare i costi. Il motore 1.6 turbo quattro cilindri deriva dalle Rally2 (che sostituiscono le vecchie R5), con un air restrictor più ampio in modo da incrementarne la potenza. Il sistema ibrido è realizzato da un fornitore unico autorizzato dalla FIA, la Compact Dynamics. L’azienda tedesca fornisce un gruppo moto-generatore da 100 kW (o 136 CV se preferite) collegato ad una batteria agli ioni di litio. Una centralina di gestione ne regola il funzionamento, con la potenza “elettrica” che viene gestita dal pilota azionando direttamente i pedali di acceleratore e freno. Quindi il sistema agisce in maniera semiautomatica, a differenza che in F1 dove il pilota deve richiamare il boost premendo un apposito pulsante. Premendo sull’acceleratore, il pilota ha a disposizione i CV extra in base alla lunghezza della prova speciale (più è corta, più è il tempo disponibile per il boost). In partenza, il sistema agisce sempre allo stesso modo, ma per non più di dieci secondi. Appena il pilota alza il piede dal gas, il sistema va in modalità recupero di energia, mentre premendo il freno si aziona il regenerative braking.
Come funziona l’ibrido fuori dalle PS
Nei trasferimenti l’equipaggio potrà viaggiare in modalità puramente elettrica, ma l’autonomia è limitata ad appena 20 Km. Il che obbligherà gli organizzatori dei singoli rally a rivedere i percorsi, per evitare l’imbarazzante situazione di batterie che si scaricano a metà strada. All’arrivo al parco assistenza, la batteria può essere collegata ad una fonte di elettricità che la FIA metterà a disposizione a tutti i team, con tempi di ricarica di circa 30 minuti. Un’ultima considerazione la facciamo nell’ambito della sicurezza. La FIA ha comunicato che l’impianto ha la capacità di resistere ad una decelerazione di ben 70 G. Inoltre, dispone di un algoritmo di “fail safe” che isola e disattiva il sistema in caso di guasto grave.