― Advertisement ―

spot_img

Bologna Lecce (probabili formazioni e Tv)

Gara valida per l'undicesima giornata della Serie A 22/23. Da una parte c'è la truppa di Thiago Motta, ancora in cerca della sua identità....
HomeCalcioLuka Jovic, dalla Serbia con furore.

Luka Jovic, dalla Serbia con furore.

Il serbo è stato protagonista di un inizio di stagione strepitoso, in grado di portare l’Eintracht Francoforte al terzo posto in Bundesliga e al primato nel proprio girone di Europa League.

Statistiche:

Stagione 2017-18, allenatore Kovac.Presenze totali: 27Reti-assist: 9-2
Stagione 2018-19, allenatore HütterPresenze totali: 17Reti-assist: 14-4

Riassunto Carriera

Nasce a Bijeljina, in Bosnia, il 23 dicembre 1997. Comincia a muovere i primi passi nelle giovanili della Stella Rossa. Con i rossi-bianchi colleziona 48 presenze totali, conditi da 13 gol e 4 assist. Nel febbraio 2016 viene acquistato dal Benfica per una cifra vicino ai 2 milioni d euro, ma l’avventura con il club portoghese non sarà molto fortunata, infatti collezionerà solo quattro presenze, senza mai lasciare il segno. Viene ceduto in prestito biennale ai tedeschi dell’Eintracht Francoforte. Qui il giovane attaccante serbo si ritrova, grazie anche al suo ex-allenatore Kovac, che riesce a metterlo nella condizione di rendere al meglio. La prima stagione di Jovic si conclude con 27 presenze, 9 gol e 2 assist, e può essere paragonabile alla prima stagione italiana di Patrick Shick in maglia blucerchiata. Molto spesso infatti il serbo entrava a gara in corso per aumentare il peso offensivo dell’attacco di Kovac. Nella seconda metà della stagione l’allenatore lo schiera con molta più frequenza, arrivando a schierarlo molto spesso titolare. La stagione 2018/19 vede Kovac accasarsi al Bayer Monaco, a sostituirlo arriva Hütter. Con il nuovo allenatore il suo rendimento in termini realizzativi aumenta considerevolmente, 9 reti in 10 presenze in campionato, 5 gol in altrettante partite in Europa League, un totale di 14 reti siglate in gare ufficiali. E siamo solo ad inizio dicembre. Le sue prestazioni hanno già attirato l’interesse di numerosi club europei, soprattutto Chelsea e Tottenham, ma anche la Roma ha messo gli occhi sul promettente ragazzo serbo. 

Jovic mentre esulta contro il Fortuna Düsseldorf

Jovic, assieme a Piatek e Icardi, è uno dei pochi attaccanti che hanno nella finalizzazione il pezzo forte del proprio repertorio, il che nel calcio moderno è una rarità vista la tendenza a giocare con attaccanti capaci di costruire la manovra di gioco, tipo Agüero.
Il serbo può essere definito “un animale d’area di rigore”. Jovic è sempre in movimento all’interno dell’area di rigore, alla continua ricerca della posizione migliore per ricevere palla e tentare la conclusione in porta. Non stupisce infatti che sia il quinto nella Bundesliga per tocchi all’interno dell’era di rigore ogni 90 minuti (7.39), secondo per conclusioni tentate (4.82) e primo nella percentuale di tiri nell’area avversaria (93%, 28 su 30), tutto questo testimonia il grande lavoro offensivo da lui offerto all’interno dell’area di rigore. Inoltre, tra i giocatori con almeno 25 presenze nella competizione ha il miglior rapporto tra reti e minuti giocati (1 gol ogni 87), una media pazzesca, considerando che è davanti a giocatori del calibro di Gerd Muller (1 ogni 105) e Robert Lewandoski (1 ogni 112). Qualcuno sicuramente potrebbe dire che ha un campione di partite nettamente inferiore a giocatori citati, ma si tratta di una statistica significativa delle qualità dell’attaccante serbo. Il ragazzo classe 97′ è anche un eccellente tiratore con il piede debole, il sinistro. Molto spesso Jovic riceve palla in una zona decentrata dell’area di rigore, ma per questioni di scelta di tempo per il tiro non cerca mai di rientrare sul destro, perché questo potrebbe fargli perdere un’ occasione da gol. Attenzione però, Jovic non deve essere paragonato a giocatori ambidestri come Christian Eriksen o Eden Hazard. 
L’ex Stella Rossa comunque resta un attaccante atipico di questi tempi. Sì, è un animale d’area di rigore, ma pecca terribilmente in fase di costruzione del gioco. A parlare è la statistica dei passaggi chiave, nemmeno tra i primi 50 della Bundesliga, oltre al fatto che in due anni di Bundesliga ha racimolato appena sei assist. Forse è proprio questa sua poca propensione al dialogo il suo maggiore limite, ma i margini di crescita sono enormi, le potenzialità anche. Se limerà questa pecca potremmo trovarci di fronte ad uno dei bomber più forti dei prossimi anni.