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Mauro Forghieri: è morto l’ingegnere storico della Ferrari

La Ferrari veste oggi il lutto al braccio: è morto Mauro Forghieri, uno degli uomini che ha fatto la storia del Cavallino Rampante. Il bolognese ha diretto il reparto tecnico della Scuderia dal 1962 al 1984, riempiendo la bacheca del costruttore quattro titoli mondiali piloti, sette mondiali costruttori e 54 vittorie singole. Con lui hanno corso piloti leggendari come Scheckter, Villeneuve, Lauda e Alboreto. Aveva 87 anni.

Mauro Forghieri è morto: qual è stata la sua storia?

Classe 1935, Forghieri conseguì la laurea in ingegneria meccanica a Bologna nel 1959. Entrò a far parte della Ferrari nello stesso anno, trovandosi a lavorare nel reparto tecnico con un pezzo da novanta come Carlo Chiti. Tre anni più tardi si registrò la defezione di quest’ultimo, liquidato da Enzo Ferrari per gli scarsi risultati della Scuderia. Il giovane Mauro si ritrovò così a sostenere il fardello di un reparto corse tanto glorioso quanto a secco di successi.

L’uomo dalle idee geniali

Le sue idee rivoluzionarie furono il ricostituente che la Rossa aveva bisogno in F1. Tutte queste idee vennero condensate in un singolo progetto, la 312T. Dotata di cambio trasversale e di un 12 cilindri inclinato di 180 gradi, la vettura si dimostrò formidabile nelle mani sapienti di Niki Lauda. Il viennese fu campione del mondo nel 1975. Con l’evoluzione T2 Lauda avrebbe potuto vincere ancora nel 1976, se non fosse stato per l’incidente al Nurburgring. Ma si riscattò l’annata dopo, con la stessa macchina. Ma la magia di Forghieri non si fermò qui: con la 312T4 l’ingegnere vulcanico riuscì nell’impresa di adattare il progetto della vettura per l’effetto suolo, l’ultima frontiera della F1 dell’epoca. Un’impresa ritenuta impossibile, perché il motore inclinato di 180 gradi non consentiva l’adozione delle “minigonne”. Questo “miracolo” ingegneristico consentì a Jody Scheckter di diventare campione del mondo nel 1979. Forghieri rimase in Ferrari fino al 1984, non riuscendo mai a conquistare un iride nell’era del turbo. Dopo aver lasciato la Scuderia rientrò in Formula 1 brevemente nel 1989, come progettista della Lamborghini. La casa del Toro aveva deciso di schierare un V12 aspirato, ed aveva incaricato il bolognese per svilupparlo. È rimasto in Lambo fino al 1992. Dopo una breve esperienza in Bugatti nell’era di Romano Artioli, Forghieri ha fondato, assieme a Franco Antoniazzi e a Sergio Lugli, la Oral Engineering. Tra i lavori della firma citiamo la collaborazione con BMW per lo sviluppo del V10 con cui i bavaresi tornarono in F1 nel 2000. Da parte della nostra redazione, le condoglianze ai famigliari ed agli amici di Mauro Forghieri.


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