Poteva farsi male seriamente Maverick Vinales, rimasto senza freni nel bel mezzo del GP di Stiria. Di fronte al dramma evitato per un pelo, si ammira il coraggio del catalano, capace di buttarsi giù dalla moto ad oltre 200 Km/h. Ma dall’altro lato, infiamma la polemica per un episodio che, secondo molti nel paddock, poteva addirittura essere evitato.
Negli ultimi due giorni sono emersi alcuni retroscena, che alimentano il sospetto che l’incidente possa essere il frutto di decisioni sbagliate.
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Maverick Vinales senza freni al Red Bull Ring
L’inconveniente avviene al 17esimo giro del GP. Vinales stava lottando per la settima posizione, ma fin dall’inizio della gara ha lamentato problemi ai freni. Nel corso della gara, la corsa della leva si allungava in maniera anomala, a tal punto che il pilota di Figueres ha dovuto regolarla continuamente.
All’inizio del giro 17, Maverick ha avuto una terribile sensazione: premendo sulla leva, la Yamaha non rallentava! Ha provato a premere la leva altre due volte, senza che però accadesse nulla. Di lì la decisione di lanciarsi fuori, lasciando che la M1 impattasse le barriere da sola.
L’Alpinestars, azienda che fornisce la tuta a Vinales, ha pubblicato i dati telemetrici dell’impatto. Secondo questi dati, Maverick ha mollato la moto ad una velocità di 218 Km/h. E’ rotolato per terra per un massimo di sette secondi, sviluppando una forza di 23,45 G. Grazie all’efficacia delle protezioni, il catalano è rimasto illeso. ma poteva andare mille volte peggio.
Una decisione giusta ed una sbagliata
E’ opinione comune che la decisione di Maverick di lanciarsi giù dalla moto in corsa sia stata giusta, seppur rischiosa. “E’ stato istintivo lanciarmi giù dalla moto“, ha detto Vinales, “nel momento in cui ho capito che ero totalmente senza freni. Non avrei potuto fare altro“.
Tuttavia, c’è un’altra decisione che ha preso il pilota (ed il suo team), che a detta di alcuni osservatori potrebbe essere la causa di questa tragedia sfiorata.
Il Red Bull Ring è un tracciato estremamente impegnativo per i freni, con tre staccate violente (curva 1, curva 3 e curva 4). Queste staccate provocano un eccesso di temperatura sui dischi e sulle pastiglie, creando problemi di fading. Gli impianti in carbonio hanno la necessità di rimanere in un range di temperatura ben definito: per “scaldarli”, vanno portati ad una temperatura di 200 gradi centigradi, per poi mantenere una temperatura d’esercizio tra i 600 e gli 800 gradi.
Nel caso di Vinales, è possibile che si sia superato il range, provocando un consumo anomalo delle pastiglie. Nelle interviste post-gara, Vinales ha detto che l’incidente è causato proprio dall’esaurimento di una pastiglia.
Ma c’è un’altra cosa interessante. Alla vigilia del GP di Stiria, la Brembo ha inviato una mail al team Yamaha consigliando di montare l’impianto frenante evoluzione. L’impianto standard (introdotto nel 2019) non è dotato di alette speciali che convogliano aria sulle pinze, accessorio di cui è invece provvisto l’impianto “evo”.
Fabio Quartararo, Valentino Rossi e Franco Morbidelli hanno adottato in gara l’impianto evoluzione, pur tuttavia lamentando in gara problemi di allungamento della corsa. Vinales, invece, ha preferito rimanere con la soluzione standard, che gli dava più feeling. Il catalano ha confermato in conferenza stampa questa scelta, motivandola. Aveva già usato l’impianto standard nel primo GP allo Spielberg, senza accusare difetti. E con 11 gradi in più nell’aria.
Nonostante la spiegazione del pilota, molti osservatori ritengono che il box del catalano, e lo stesso Vinales, abbiano commesso un errore di valutazione. Di fronte ad una M1 che cuoceva i freni, forse era meglio ascoltare il mite consiglio del produttore. Tra l’altro, nella stessa mail la Brembo declinava ogni responsabilità in caso di guasti con l’impianto standard.
Vinales doveva fermarsi prima?
Il pilota è nell’occhio del ciclone anche per un altro motivo. Secondo diversi colleghi, Vinales doveva fermarsi già qualche giro prima. Alcuni di loro, come per esempio Rossi, avevano notato una nuvola di carbonio uscire dalle ruote del numero 12. “Era da diversi giri che aveva problemi ai freni“, ha lamentato Alex Rins, “ha anche rallentato alzando il braccio. Ma se quello che è successo accadeva con un avversario davanti alla sua moto, cosa sarebbe potuto succedere?“.
Osservazione sensata quella di Rins, ma attenzione a non fare il gioco dell’ipocrisia. Qualunque altro pilota, nelle stesse condizioni di Vinales, avrebbe agito allo stesso modo.
Questa polemica, così come quella contro le gomme e per la manovra – che definire azzardata è un eufemismo – di Johann Zarco sono indizi di un certo nervosismo che agita il paddock della MotoGP. Con l’assenza di Marc Marquez, che si prolungherà per un altro paio di mesi, ha infiammato lo spirito di tutti, i quali sentono di poter vincere. Se, da un lato, ha rinvigorito lo spettacolo, dall’altro ha creato situazioni di forte tensione. La MotoGP del 2020 è terra di nessuno.