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McLaren MCL36: un progetto molto ardito

McLaren approccia la nuova era della Formula 1 con la MCL36, presentata in data di ieri. Il nuovo bolide di Lando Norris e Daniel Ricciardo evidenzia una netta rottura con il passato, adottando soluzioni abbastanza spinte. Il team diretto da Andreas Seidl vuole puntare sulla massima prestazione, per fare quel salto di qualità che le consenta di tornare grande.


McLaren 2022: presentazione della MCL36


Com’è fatta la McLaren MCL36?

Prendendo per buono ciò che abbiamo visto ieri, si nota subito che la sospensione anteriore è di tipo pull rod. Lo si capisce dal fatto che i braccetti ed il tirante dello sterzo sono rivolti verso l’alto, perché il pull rod per sua natura ha gli elementi di molla e ammortizzatore montati nella parte bassa della scocca. Questa soluzione ha una funzione aerodinamica: i bracci sono spesso impiegati per convogliare l’aria verso il radiatore (per il raffreddamento), o più verso il fondo piatto, che con le nuove regole diventa l’elemento che genera il carico maggiore. Il tirante dello sterzo non è allineato al triangolo superiore, ma a quello inferiore, anch’esso per ragioni aerodinamiche. A lato posteriore, la sospensione ha invece uno schema push rod, per ottenere maggiore spazio per deviare l’aria verso la parte posteriore, in zona diffusore. I puntoni non sembrano troppo inclinati, probabilmente perché gli elementi sono più massicci per resistere alle sollecitazioni.

La veste aerodinamica

Parlando dell’aerodinamica, la MCL36 si differenzia abbastanza dall’Aston Martin, una delle monoposto più “svelate” (Haas ha fatto vedere poco mentre Red Bull ha presentato solo la show car con la livrea ufficiale). L’ala anteriore della AMR22 ha il profilo centrale rialzato, per far accomodare più aria verso il fondo piatto. La McLaren ha invece un profilo centrale basso, che dovrebbe migliorarne l’efficienza essendo più vicino al suolo. Le pance della MCL36 sono apparentemente massicce, con la carrozzeria che scende quasi in verticale verso il fondo, per poi restringersi verso il retrotreno. La parte terminale della carrozzeria è più sottile rispetto a quella più larga dell’Aston Martin (che presenta delle vistose feritoie) ma la “bombatura” del lato superiore è maggiore: in quella zona risiede il motore Mercedes, ed il rigonfiamento potrebbe essere legato ad esigenze di raffreddamento del V6 turbo. Ulteriori dettagli li conosceremo a Barcellona, in occasione dei test che si svolgeranno tra un paio di settimane.