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HomeMotoriFormula UnoMichael Andretti e la Formula 1: un amore non corrisposto

Michael Andretti e la Formula 1: un amore non corrisposto

Michael Andretti vuole entrare in Formula 1 a qualunque costo. Dopo la fallita trattativa per acquistare la Sauber, l’ex pilota americano ha deciso di organizzarsi in proprio, entrando direttamente con la nuova scuderia. Sperava di essere accolto dal circus a braccia aperte, ma invece, l’accoglienza è stata freddina. La FIA prende tempo per visionare la richiesta d’iscrizione (già inviata), mentre i team e il CEO Stefano Domenicali ripetono che non sono interessati al momento ad un undicesimo concorrente. Ma forse è una bugia: il paddock non vede l’ora che entri un nuovo competitor, ma preferirebbero che fosse un altro, e non Andretti. In questo articolo, vi spieghiamo il retroscena.


Andretti Global e l’accoglienza freddina della F1


Perché la Formula 1 non vuole Michael Andretti?

in patria Andretti è titolare di un impero finanziario, la cui punta di diamante è quell’Andretti Autosport che vince in IndyCar. Ma questo non è una garanzia sufficiente. Il circus vorrebbe una scuderia che s’impegni con un progetto a lungo termine, che non lasci dopo quattro o cinque anni. Le squadre, specie le più grandi, non vogliono ridurre la propria quota dei diritti TV, accettando di farlo solo a determinate condizioni. L’impegno a lungo termine è la condizione principale, perché permette di raggiungere lo scopo finale, ossia aggiungere valore alla massima formula. Andretti dovrà dimostrare che il suo ingresso renderà la F1 più di valore, ad esempio attirando sponsor e spettatori dagli Stati Uniti. Non tutti, però, sono così rigidi: in tanti nel paddock sostengono che il fatto di essere un membro della celeberrima famiglia da corsa sia di per sé un valore aggiunto, e che non servano altri paletti. Ma queste voci sono minoritarie. C’è una ragione più profonda per snobbare Andretti: il circo vuole che l’undicesimo team sia una casa costruttrice, e non una scuderia. La ragione è semplice: una casa automobilistica ha le risorse per impegnarsi per più tempo, mentre una squadra è più vincolata da sponsor e risultati.

La lista dei desideri

La testata The-Race ha raccolto le indiscrezioni di radio paddock riguardo le case che si vorrebbe essere coinvolte in prima persona in Formula 1. Il primo nome è quello di Audi, che tra l’altro ha già confermato di voler aderire alla nuova formula dei motori 2026. Ma è altrettanto certo che il produttore tedesco abbia provato ad acquistare la McLaren, salvo non riuscirci. La scuderia di Woking è attiva nella massima categoria, quindi per Audi era l’occasione di entrare con una struttura già esistente. L’alternativa, secondo i rumors, potrebbe essere la Sauber, ma anche la Williams andrebbe bene. Sulla stessa lunghezza d’onda potrebbe essere la Honda, altro candidato desiderato dal circus. Ma la casa giapponese ha lasciato la categoria appena l’anno scorso, vendendo parte del suo reparto alla Red Bull. I giapponesi hanno deciso d’investire il denaro della F1 per recuperare il gap sulla transizione ecologica, e correre per loro non è prioritario. Anche se gira voce che il reparto R&D di Sakura sia in parte ancora operativo, quindi, una speranza ancora c’è. Ma si tratterebbe comunque di una collaborazione con una struttura già in piedi, e non la fondazione di un’undicesima scuderia. In sintesi, Andretti può entrare nella Formula 1, ma dovrà essere convincente. Se ad esempio coinvolgesse una casa (magari la stessa Honda che è suo partner in IndyCar), potrebbe guadagnare punti a suo favore…