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MotoGP anteprima GP Francia

Dopo aver visto la programmazione TV (qui per rivederla), è ora della nostra consueta anteprima del GP di Francia delle classi MotoGP, Moto2 e Moto3. Abbiamo superato il giro di boa di questa stagione super concentrata, con sei round ancora rimasti da fare (incluso questo). I temi sono ovviamente legati al campionato, che potrebbe segnare una svolta già a partire da questo fine settimana. Ma non perdiamo altro tempo in chiacchiere, ed andiamo ad approfondire tutti i temi di una vigilia tra le più attese.

Anteprima GP Francia MotoGP: il circuito di Le Mans

Il circuito di Le Mans, intitolato ad Ettore Isidoro Arco Bugatti, è lungo 4185 metri e conta 14 curve. La maggior parte delle volte si piega a destra (9 curve), tutto il resto a sinistra. La pista non fa impazzire i piloti, perché è stretto e con la maggior parte delle curve da raccordare a bassa velocità. Abbiamo giusto due tratti veloci, come il rettilineo del traguardo, che piega verso destra per le S Dunlop, ed il rettilineo che porta alla staccata di curva 7, la Chemin au Boeufs.

Il circuito Bugatti ha alcuni tratti in comune con il Circuit de la Sarthe, la casa della 24 ore di Le Mans (clicca qui per sapere com’è andata l’edizione 2020). Il rettilineo del traguardo e le S Dunlop sono le stesse, dopodiché le strade di auto e moto si dividono. Le 4 ruote virano verso sinistra per il Tertre Rouge, che immette sul tratto ricavato dalla strada statale che collega la città di Le Mans a Parigi (Hunaudieres), mentre ile 2 ruote piegano verso destra per la curva de La Chapelle, una specie di versione mignon del Correntaio del Mugello.

Secondo la Brembo, Le Mans è una pista mediamente impegnativa per i freni. Sono nove le staccate complessive, otto delle quali comportano una decelerazione uguale o superiore ad 1G. La frenata più impegnativa è quella della Chemin de Boeufs, dove si passa da 295 Km/h a 108 Km/h in 245 metri, con una decelerazione di 1.5 G.

Altro fattore da tenere conto è il meteo. La Superbike ha corso in Francia la settimana scorsa, a Magny Cours. Le condizioni sono state di pioggia costante ed una temperatura dell’aria che è arrivata al massimo a 13 gradi. La MotoGP potrebbe ritrovarsi in condizioni simili: la scelta delle gomme sarà fondamentale.

Il fattore gomme

A Le Mans la Michelin gioca in casa, ma quest’anno sarà più dura del solito. Non tanto per il fattore usura, che qui è meno pronunciato di altre piste che abbiamo visto in precedenza, quanto per la logistica. Di solito, la casa produttrice faceva un andirivieni continuo dal circuito alla sede centrale di Clermont-Ferrand, e viceversa, ma quest’anno non si potrà fare per motivi sanitari. C’è poi l’incognita della pioggia, sempre in agguato nella Francia continentale in ottobre.

Per quanto riguarda le mescole, per l’asciutto ci saranno le consuete scelte tra soft, medium e hard, con le posteriori asimmetriche. Le gomme da bagnato saranno disponibili in mescola media e dura, sempre con la posteriore asimmetrica. In entrambe le soluzioni, la spalla destra è più dura di quella sinistra, essendo che il tracciato gira in senso orario.

GP Francia, anteprima della MotoGP

E veniamo all’anteprima del Gp di Francia, a cominciare dalla MotoGP.

Ci siamo lasciati con una classifica più delineata, con un leader ed un inseguitore. Fabio Quartararo, tornato alla vittoria in Catalogna, ha otto punti di vantaggio su Joan Mir, il più costante negli ultimi cinque GP (quattro podi per lui). Una costanza che ha fatto pensare a molti, tanto che da più parti s’indica il maiorchino come il favorito per il titolo. Ma gli manca ancora una vittoria, che in caso di un mondiale che può facilmente finire in ex-aequo, potrebbe fare la differenza. Le Mans è un’occasione per Joan di vincere il primo GP, e per Fabio di allungare in classifica.

Dopo la Catalogna i piloti italiani non sorridono. Andrea Dovizioso ha ottenuto il primo zero della stagione, e sente il mondiale sfuggirgli di mano. Il rapporto con Ducati è logoro, ed il futuro dopo la stagione incerto. Tutti fantasmi che “The Undaunted” deve scacciare per prendersi il trofeo più ambito. I 24 punti di distacco fanno male, ma non sono insormontabili.

Valentino Rossi, invece, ha detto forse addio alla decima corona a Barcellona, dove ha segnato il secondo zero consecutivo. Il “Dottore” sente il peso degli anni e della concorrenza, ma la velocità c’è ancora. La pioggia potrebbe venirgli incontro (Vale è un asso del bagnato), e la firma con il Team Petronas lo lascia libero di pensare a correre solamente. Ma i 58 punti di distacco in campionato pesano come un macigno.

C’è poi la fila dei concorrenti, sempre più agguerriti. Franco Morbidelli alterna grandi prestazioni ad altre meno convincenti, ma è sempre della partita. Il duo Pramac sta risollevando una Ducati in apnea, con Jack Miller focoso ed un Pecco Bagnaia che si è guadagnato sul campo la promozione in prima squadra. Non dimentichiamo la Honda, che con Takaaki Nakagami si fa vedere ogni tanto nella zona alta, e la KTM, che può venire fuori in qualsiasi momento. In attesa che Aprilia si svegli e si metta al pari del resto del gruppo.

Anteprima Moto2 e Moto3

E concludiamo il nostro preview con le classi Moto2 e Moto3.

Nella cilindrata intermedia Luca Marini ha un cuscinetto di 20 punti su Enea Bastianini, il suo primo rivale in classifica. Il “Maro” può contare su una costanza ed una gestione ragionata del campionato, a differenza del “Bestia” che è più altalenante. La sfida vale molto di più del mondiale in ballo: in palio c’è anche il futuro, che vede Bastianini già promosso in classe regina, e con Marini che è ad un passo dal raggiungerlo. E magari finisce pure che saranno compagni di squadra…

Non dimentichiamo il resto del plotone, sempre agguerrito. Marco Bezzecchi è un pelino troppo altalenante, ma è sempre lì a giocarsela. Sam Lowes è un brutto cliente sempre e comunque, grazie al ritrovato feeling con il Marc VDS Racing. Jorge Martin, con in mano un contratto MotoGP per il 2021, ha tre zeri in tasca ma può sempre lottare per le singole gare. Senza dimenticare gli outsider come Schrotter, Vierge, Gardner e Luthi.

La Moto3 ha lasciato il Montmelo con un nuovo capofila, Ai Ogura. Il giapponese precede di un punto Albert Arenas, che ha perso la leadership dopo essere stato falciato da John McPhee. Lo spagnolo dovrà ricostruire ciò che è andato a pezzi, e dovrà farlo in sole sei gare. Non è impossibile.

I piloti italiani sono da tenere d’occhio,anche se realisticamente, solo due nomi possono ambire alle zone altre della classifica. Tony Arbolino e Celestino Vietti Ramus sono i più competitivi, ma la loro incostanza gli ha fatti allontanare dalla lotta iridata. Rientra in pista Tastuki Suzuki, che testerà il polso rotto nelle prove libere. In caso di defezione, sarà messo i panchina, con Josito Garcia pronto di nuovo a sostituirlo.