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MotoGP, GP Austria: il racconto delle prove libere

La MotoGP di fine estate è il GP d’Austria, ed il venerdì è il tempo delle prove libere. La classe regina debutta al Red Bull Ring nella sua nuova configurazione, con quella chicane tra curva 2 e 3 che ha fatto tanto parlare. Sul suo impatto sulla gara, e sui valori in campo, parleremo qui nella nostra breve cronaca.


MotoGP: debutta la chicane dello Spielberg


MotoGP, GP Austria: come vanno le prove libere?

Le FP1 si svolgono su una pista resa bagnata dalla pioggia del mattino, ma in via di asciugatura. Non è il modo ideale per collaudare la nuova variante, la quale richiede un periodo di adattamento. I molti lunghi che si registrano nella sessione sono la prova di quanto sia impegnativo adattarsi ad una modifica così sostanziale. Ciononostante, i piloti l’approvano, in quanto rende la pista più sicura. Il time attack è condensato negli ultimi dieci minuti, quando l’asfalto consente l’uso delle slick. E in queste condizioni si esalta Jack Miller, che firma il miglior tempo con 1’30″756. L’australiano fa meglio di Johann Zarco. Joan Mir e Jorge Martin, i quali precedono a loro volta il leader del mondiale Fabio Quartararo. Pecco Bagnaia è molto più indietro, in 16esima posizione. In Ducati però non si allarmano: date le circostanze, il piemontese preferisce concentrarsi sul setting della Desmosedici. Chiudono la top ten: Alex Rins, Brad Binder, Takaaki Nakagami, Enea Bastianini ed un redivivo Andrea Dovizioso. Più in difficoltà le Aprilia, undicesima con Maverick Vinales e 17esima con Aleix Espargaro, e la Honda. L’Ala Dorata ha però un asso nella manica in Marc Marquez, che ancora non può guidare, ma segue la squadra in veste di…consulente.

La seconda sessione di prove libere

Nelle FP2 il Red Bull Ring ritorna completamente asciutto, e questo permette ai team di lavorare meglio sugli assetti (la gara non dovrebbe essere bagnata, almeno così dicono le previsioni). Qualche goccia fa capolino negli ultimi cinque minuti, ma ciò non impedisce ai piloti di provare il time attack. E in queste circostanze, è Johann Zarco a dettare legge con Ducati Pramac. Il francese batte sul filo di lana Miller, Jorge Martin e Fabio Quartararo, per una classifica cortissima: i primi quattro sono racchiusi in 4 centesimi! E non è lontano nemmeno Pecco Bagnaia, quinto a un decimo e mezzo dalla vetta. I primi cinque sono gli unici a scendere sotto il minuto e trenta, rimanendo comunque a sei secondi almeno di distanza dai best lap dell’anno scorso. Seguono il duo VR46 di Marini e Bezzecchi, ancora Bastianini, Maverick Vinales e Brad Binder, ultimo della top ten. Rimane clamorosamente fuori Aleix Espargaro, per 15 millesimi. Il catalano dovrà sperare in una FP3 asciutta, altrimenti, sarà condannato alla Q1. Aprilia comunque sembra soffrire più del solito. E soffre ancora la Honda, che ha in Nakagami il miglior alfiere in 12esima piazza. La “cura Marquez” è efficace solo con lui in sella. Intanto, Pol Espargaro saluta ufficialmente l’Ala Dorata: all’ora di pranzo è annunciata la sua partenza per Tech3 e KTM, pardon, Gas Gas. Ne riparleremo.