“Non sono ancora riuscito a capire se gira o non gira“. Il messaggio va social di Michele Pirro riassume la stagione 2021 della Ducati in MotoGP. Quella che una volta era la Cenerentola della top class, la moto capace di andare forte solo nelle mani dei cavalli pazzi, ora è la dominatrice incontrastata della massima categoria. È la moto che ha vinto con più piloti, che ha il maggior numero di pole position, che ha più riders sul podio. A Valencia, le Desmosedici hanno monopolizzato il podio, mostrando una superiorità disarmante. Non a caso, il marchio di Borgo Panigale ha portato a casa il mondiale costruttori, nella penultima gara di Portimao.
Bagnaia vince anche a Valencia nell’ultima gara dell’era Rossi
Ducati ha davvero dominato la MotoGP 2021?
I numeri parlano abbastanza chiaro, specie se li confrontiamo con quelli delle case rivali. La Yamaha, campione del mondo piloti con Fabio Quartararo, ha vinto sei gare con due piloti, e 13 podi con tre piloti diversi. La Honda ha vinto tre gare con il solo Marc Marquez, autore di cinque dei sei podi che l’Ala Dorata ha ottenuto (il sesto è di Pol Espargaro). KTM ha due vittorie e cinque podi con due piloti diversi, la Suzuki non ha nessun primo posto, e sette piazzamenti tra secondo e terzo posto tra Joan Mir e Alex Rins. Ducati, con il solo Pecco Bagnaia, ha collezionato otto podi di cui tre vittorie, a cui si aggiungono le due vittorie ed i quattro piazzamenti di Jack Miller, il singolo successo ed i tre podi di Jorge Martin, i quattro di Johann Zarco ed i due di Enea Bastianini. In totale, Ducati ha vinto sei Gran Premi (come Yamaha) ma conta ben sette podi in più, 20 contro 13. E lo ha fatto con cinque piloti diversi, a dimostrazione della versatilità della Desmosedici.
Il fattore umano
Guardando questi numeri, viene il dubbio di un mondiale piloti che poteva essere alla portata della Rossa, e che sia sfuggito per mancanze del pilota di punta. Bagnaia ha disputato una stagione fenomenale, ma non ha mancato di commettere errori. Nelle due gare in Qatar ha sbagliato le strategie, mancando due vittorie sicure. A Le Mans ha sbagliato la qualifica, a Barcellona la scelta delle gomme. Per non parlare delle due cadute del Mugello e di Misano 2, che sono costate carissimo contro un Quartararo che conta un solo zero in 18 GP. Pecco disponeva di un’arma vincente, che non ha sfruttato al 100%. Avrà comunque tempo per rifarsi, già nel 2022.