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MotoGP, Shakedown: Honda oltre le avversità

Anche gli dei, ogni tanto, cadono. E la dea Honda è caduta nel corso dello Shakedown della MotoGP, anche se poi ha saputo rialzarsi. Un disguido di carattere burocratico ha bloccato le moto ad una dogana, impedendo all’Ala Dorata di essere presente al primo giorno dei test riservati ai collaudatori. Il team diretto da Alberto Puig si è accorciato le maniche, permettendo al tester Stefan Bradl di disputare le altre due giornate. Il tedesco ha raccolto una miriade di dati in ottica dello sviluppo della RC213V, tutta nuova per il 2022. Marc Marquez e gli altri piloti Honda la proveranno venerdì, in occasione dei test IRTA.

MotoGP, Shakedown: cosa è successo alla Honda?

Bradl ha raccontato parte delle sue disavventure a Speedweek, in un’intervista riportata anche da Corsedimoto. A Jerez, la settimana prima, Honda aveva girato in privato, approfittando dei collaudi organizzati dalla scuderia Kawasaki del mondiale Superbike. Tuttavia, gli addetti del team hanno sbagliato qualcosa a livello di tempistiche, spedendo il materiale troppo tardi. A Dubai, le moto sono state trattenute per motivi di dogana, e con essa parte dell’abbigliamento di Bradl. Risultato: la roba è arrivata con un giorno di ritardo. La HRC ha dovuto rimediare, assemblando una moto usando le parti di ricambio già arrivate a Sepang. Bradl si è fatto prestare la tuta, gli stivali e i guanti da Pol Espargaro, non senza qualche problema di misura (Polyccio usa una taglia più piccola rispetto a Stefan). “Se Pol non avesse un contratto con la Dainese, sarei sembrato uno stupido“, ha confessato l’ex campione del mondo Moto2. Fortunatamente, il secondo giorno la Honda ha potuto ritirare le casse arrivate da Dubai, con la moto da collaudo ed il resto dell’attrezzatura. Bradl ha recuperato la sua tuta (con la taglia giusta!) ed ha inanellato 52 giri nel turno del martedì, e 45 in quello del mercoledì. Tutto sommato, è andata anche bene: il disguido logistico non ha impedito all’Ala Dorata di proseguire lo sviluppo della nuova RCV, che domani sarà affidata anche a Marc Marquez. Per l 2022 la Honda ha deciso di puntare su una moto completamente riprogettata, cercando di migliorare il grip al posteriore e quel problema di rigidità che rendeva il mezzo un’arma letale…per i suoi stessi piloti!


MotoGP, Shakedown: l’inferno del day 2